Alcuni appuntamenti del fine settimana di sabato 20 e domenica 21 febbraio 2021 nella Tuscia viterbese, come proposti dal sito istituzionale della Provincia di Viterbo.
La stagione concertistica dell’Università della Tuscia
Il concerto del prossimo sabato 20 febbraio 2021 (Auditorium di S. Maria in Gradi, ore 17, sempre in assenza di pubblico), per la XVI Stagione concertistica pubblica 2020-2021 dell’Università della Tuscia-Viterbo, dedicato alle Promesse del concertismo nel Liceo Musicale “S. Rosa da Viterbo”, avrà come protagonisti allievi particolarmente dotati. Il programma molto vario e interessante, con musiche dedicate a strumenti diversi da grandi autori, dal Settecento al Novecento, prevede infatti composizioni di Johann Sebastian Bach-Ferruccio Busoni, Felix Mendelssohn-Bartholdy, Fernando Sor, Aleksandr ?erepnin, Béla Kovács, Leo Brouwer, Franz Liszt.
Questo concerto e gli altri della Stagione, disponibili in “forma raccolta all’interno” della playlist
“XVI Stagione Concertistica” nel canale YouTube di Ateneo potranno essere seguiti, gratuitamente, in diretta streaming oppure in differita utilizzando il seguente link:
http://tiny.cc/stagione_concertistica
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Sui sentieri del Parco del Treja: Calcata e Mazzano Romano
Un fiume quasi sconosciuto, il Treja, affluente di destra del Tevere. Un paesaggio ombroso e verdeggiante, dove le acque hanno scavato nei tufi vulcanici forre profonde e ramificate. Presenze animali diffuse ma discrete; e poi i paesi di Calcata e Mazzano Romano, due microcosmi cui affacciarsi in punta di piedi.
Passeggeremo nei boschi seguendo il corso del fiume che serpeggia nella campagna circostante nelle gole tra le alture di Pizzopiede e di Monte Li Santi
Il Treja è un modesto corso d’acqua che sorge dai monti Sabatini per confluire nel Tevere all’altezza di Civita Castellana. Sono circa 30 km di percorso nei quali attraversa una campagna in buona parte coltivata, ma le acque nel tempo hanno creato un mondo ancora selvatico: è quello delle forre, scavate nei teneri tufi dell’antico vulcano sabatino.
In queste terre, durante il periodo falisco, sorgeva un importante centro falisco: Narce. Il territorio era diviso in tre insediamenti diversi, tutti interni al parco: Narce, Monte li Santi e Pizzopiede.
La ricchezza e l’importanza di questo luogo è testimoniata dai ritrovamenti nelle necropoli disseminate nel territorio. Gran parte degli oggetti ritrovati sono esposti nel Museo Nazionale dell’Agro Falisco e nel Museo di villa Giulia.
Partiremo da Calcata che sorge su uno sperone proteso nel vuoto. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi. Sicuramente abitata nell’era preistorica, la zona divenne in epoca pre-romana importante avamposto della civiltà falisca. Il nome di Calcata, tuttavia, compare per la prima volta molto più tardi, in un documento del 772-795, sotto il pontificato di Adriano I. Più tardi, nel Duecento, Calcata entrò nell’orbita della nobile famiglia degli Anguillara che vi eressero un castello e la cinta muraria ma, data la posizione impervia e nascosta, rimase sempre ai margini delle vicende storiche. Dopo una lunghissima solitudine, dagli anni ’30 del Novecento il paese iniziò a spopolarsi a causa dei frequenti crolli della fragile rupe tufacea e la popolazione si trasferì nella Calcata Nuova.
Ormai completamente abbandonata ed esposta ai cedimenti del terreno, Calcata fu allora chiamata il “paese che muore”. Un appellativo, questo, che allo stesso tempo era conferito alla più celebre Civita di Bagnoregio. Tuttavia, proprio grazie al suo fascino decadente e surreale, il borgo fantasma cominciò man mano a essere ripopolato da artisti, artigiani e intellettuali che, a partire dagli anni ’60, vennero da ogni parte del mondo in cerca di una dimensione di vita genuina e in contrasto con l’incalzante società industriale e consumistica.
Scenderemo poi nella valle e costeggeremo le rive del fiume che racchiudono resti di necropoli e vie di comunicazione costruite dai Falisci. Ai piedi di Monte li Santi sono visibili i resti di un santuario falisco scoperto nel 1985 e che doveva essere di notevole dimensioni. Ora rimangono tracce di due vani dove, in un pozzetto, sono stati ritrovati degli strumenti sacrificali. Si pensa che le divinità venerate all’interno del Santuario possano essere fortemente legate alle acque(la sua vicinanza al fiume Treja non è una casualità) e ai culti della fecondità
Raggiungeremo il borgo di Mazzano Romano che visiteremo con un percorso all’interno delle mura del suo castello, per scoprire edifici di epoche diverse, tra Medioevo e Rinascimento: il Palazzo baronale di Everso e Dolce degli Anguillara del XV secolo e i resti della Chiesa di San Nicola, costruita su una fortezza medioevale preesistente e attribuita al Vignola o ad un suo allievo La chiesa risale al 1563 e fu demolita nel 1940 a causa di un grave problema strutturale a seguito di un violento temporale. Tra i vicoli della città vecchia rimangono poche persone. Alcune case sono abbandonate, altre sono state trasformate in b&b dal fascino unico.
Ritorneremo poi a Calcata con un percorso ad anello.
Escursione a cura di Antico Presente
Guide: Sabrina Moscatelli Guida Turistica e Guida Ambientale Escursionistica associata AIGAE e M.Giulia Catemario Guida Ambientale Escursionistica associata AIGAE
Dati tecnici:Il percorso è facile con una lunghezza di 9 km e un dislivello di 250 metri. Durata 5 ore compreso la pausa per il pranzo.
Appuntamento:Sabato 20 febbraio 2021 ore 10.00 a Calcata Vecchia di fronte al bar Da Giusi.
Potete parcheggiare gratuitamente finchè c’è posto in prossimità del Parcheggio a pagamento Calcata Centro Storico che dista un chilometro dal luogo dell’appuntamento.
Equipaggiamento: Abbigliamento sportivo, giacca impermeabile, scarponcini da trekking, acqua e pranzo al sacco. Utili i bastoncini.
Informazioni, prenotazioni,condizioni: MGiulia 335 8034198 info@anticopresente.it www.anticopresente.it
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Falerii Novi: i segreti dei Falisci: dalla Porta di Giove alla Via Cava Fantibassi
Domenica 21 febbraio 2021 Accompagnati da uno dei maggiori esperti dell’Agro Falisco, Luca Panichelli, si camminerà sull’antica Via Amerina partendo da Falerii Novi punteggiata dall’imponente Porta di Giove, per arrivare alla suggestiva necropoli falisca conosciuta con il nome di “Cavo degli Zucchi”.
Si continuerà a camminare a stretto contatto con il Rio Maggiore che scorre dando vita ad un bosco incantato! Seguendo questo corso d’acqua si arriverà ad una delle più incredibili bellezze dell’Agro Falisco: la Tagliata Fantibassi, una Via Cava caratterizzata da segni e lettere incise sulle alti pareti.
Lunghezza itinerario: 10 km circa
Dislivello: 150 metri circa
Difficoltà: media (E= escursionistica)
Presenza di guadi semplici da attraversare
A cura di “Natura & Trekking” in collaborazione con il blog “Tesori nascostu – Agro falisco”
Accompagnatori: – Nunzio D’Apolito, Guida AGAE (Associazione Guide Ambientali Europee), Naturalista;
– Luca Panichelli, Dott. in Arte, Cultura e Turismo del territorio; esperto conoscitore dell’agro falisco; Accompagnatore delle Forre dell’Agro Falisco; Fondatore e gestore del blog Tesori Nascosti Agro Falisco (www.tesorinascostiagrofalisco.wordpress.com)
Info e prenotazioni: Luca 338 6978479
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Il borgo di Civitella Cesi e il sito archeologico di San Giovenale
Sabato 20 febbraio visita della piccola Civitella Cesi con il suo Castello e a seguire camminata naturalistica lungo il corso del torrente Vesca per raggiungere poi il sito archeologico di San Giovenale immerso in un bosco di querce. Qui la missione archeologica svedese ha riportato alla luce un abitato etrusco del periodo arcaico (VIII – VII sec a.C) con annessa necropoli.
La cosa stupefacente è che in questo sito si ha fortuna di vedere i resti anche dell’abitato etrusco e dell’acropoli. L’abitato etrusco detto Borgo è posto su un pendio terrazzato, con sistema di canalizzazione e con case addossate tra loro. Sul pianoro oltre emozionanti affacci sulla forra, sono visibili anche tracce medioevali come per esempio il castello dei Di Vico e le rovine della Chiesa di San Giovenale.
Info e prenotazioni: 3280166513
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Le escursioni di Anna Rita Properzi
Sabato 20 che domenica 21 febbraio 2021 ripropongo lo stesso itinerario assolato e rilassante da Latera a Mezzano seguendo la via dei Farnese nella Caldera dell’antico vulcano. Non mancherà una visita al borgo di Latera per ammirare con la sua struttura medievale e la posizione panoramica.
Si camminerà sul fondo di un antico lago scomparso, su strade bianche quasi pianeggianti circondati da un panorama bucolico e dolce, fino a raggiungere lo splendido occhio blu del lago craterico di Mezzano nella Caldera di Latera.
Alla fine del percorso andremo alla scoperta della città di Latera, antico feudo della potente famiglia Farnese che proprio in questa parte della Tuscia ebbe le sue radici. Latera con il Palazzo Farnese oggi sede del municipio, le sue fontane in pietra vulcanica e le piazzette che appaiono tra i vicoli medievali, mostra con orgoglio i segni del suo ricco passato legato alle vicende di un ramo della famiglia Farnese.
Il nostro itinerario inizia dalle chiesine di campagna ai piedi della collina dove sorge Latera e prosegue su strade dritte e quasi pianeggianti fino al Lago di Mezzano, per un cammino molto rilassante e panoramico immersi in quello che fu il fondo di un antico lago oggi scomparso, la Caldera di Latera, tra pascoli e boschi che danno al paesaggio un aspetto arcaico e rivelano un’agricoltura dolce, svolta ancora in maniera tradizionale.
Dopo questa immersione nel paesaggio calderico, giungeremo al Lago di Mezzano con le sue acque profonde. Un piccolissimo lago craterico formatosi alla fine dell’attività esplosiva nella caldera.
Le coste selvagge del lago offrono rifugio a una grande quantità di uccelli, le acque profonde e limpide riflettono perfettamente le ripide pendici di Monte Rosso e nascondono uno dei più antichi insediamenti palafitticoli della zona, risalenti all’epoca villanoviana, oggi completamente sommerso.
Per una pura casualità sul fondo del lago vennero rinvenuti due piccoli orci in ceramica databili all’età del Bronzo. Iniziò una campagna di rilevamento e raccolta di materiali, sotto gli auspici della soprintendenza archeologica per l’Etruria meridionale. A venire alla luce fu un abitato già esistente nell’eneolitico (III millennio a.C.), con resti di palafitte, vasi e numerosi oggetti in bronzo.
In posizione dominante, si affacciano sul lago due tenute agricole, sorte una di fronte all’altra con le loro belle costruzioni colorate e in pietra vulcanica, testimonianza di una lunga presenza del latifondo.
Info: Anna Rita Properzi Guida Turistica e Ambientale Escursionistica iscritta nel Registro Nazionale Aigae tel 333 4912669: chiamatemi o mandatemi un messaggio whatsapp, o una mail annaritaproperzi@gmail.com o tramite il canale Telegram: https://t.me/lepasseggiatediannarita.
Prenotazione obbligatoria: posti limitati nel rispetto delle norme anticovid19; Al momento della prenotazione verranno fornite tutte le informazioni riguardo ai dispositivi di sicurezza e al rispetto delle norme comportamentali che si dovranno firmare per conoscenza.
Caratteristiche del percorso: camminata ad anello di circa 11,00 Km con un dislivello leggero di circa 150 m. Tipologia del percorso T/E (turistico ed escursionistico), adatto a chiunque si trovi in buona salute, in buone condizioni fisiche e sia abituato a camminare
Appuntamento: sabato 20 e domenica 21 febbraio ore 9.45, presso Latera (VT), il luogo esatto dell’appuntamento sarà comunicato al momento dell’iscrizione con invio della posizione Google del luogo di incontro. Durata 5 ore circa. Fine escursione ore 15.30/16.
Pranzo: al sacco, acqua 1lt a testa
Costo dell’escursione: 15€, gratuito per i bambini al di sotto dei 12 anni.
Abbigliamento: scarpe da trekking necessarie, consigliati i bastoncini da trekking; abiti adatti alla stagione invernale; calzini di ricambio; Kit anti-Covid19 (mascherina, gel igienizzante)