Riceviamo e pubblichiamo
Nei giorni scorsi grazie al tempestivo intervento della Soprintendenza archeologica del Lazio, in collaborazione con il Parco di Vulci, è stata salvata una tomba dalle grinfie degli scavatori clandestini. Si tratta di una sepoltura scoperta nei pressi della biglietteria del parco, all’interno della quale si trova un prezioso corredo risalente alla fine dell’ottavo secolo a.C. Probabilmente vennero sepolti membri della prima aristocrazia etrusca vulcente.
Questa mattina, sotto la direzione della Soprintendenza, gli archeologi e il direttore scientifico della Fondazione Vulci Carlo Casi hanno provveduto ad estrarre il materiale: vasi, ceramiche e ornamenti in metallo. Tra questi risalta la presenza di un anello in argento, oggetti di bronzo e ossa che saranno analizzate per stabilire se siano di origine umana o animale. I lavori sono stati seguiti durante le fasi salienti da una troupe del TG2 che ha documentato l’evento.
I restauratori della Fondazione Vulci e dell’Accademia delle Belle Arti di Viterbo provvederanno a recuperare il materiale che sarà restaurato presso il laboratorio di Montalto di Castro. Sul luogo sono intervenuti anche il sindaco Sergio Caci e l’assessore Eleonora Sacconi, oltre al presidente della Fondazione Vulci Gianni Moscherini.