Riceviamo dal Comune di Vitorchiano e pubblichiamo
Vitorchiano ha intitolato il parco comunale in località Conventino alla memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, vittime della mafia. La cerimonia si è svolta il 23 maggio 2022, in occasione della Giornata della Legalità e del trentesimo anniversario della strage di Capaci, nello stesso anno in cui ricorrono anche i trenta di quella di Via D’Amelio. Una scelta fortemente voluta dall’amministrazione Grassotti per promuovere la cultura della legalità e l’impegno contro le mafie: l’atto formale di intitolazione era già stato deliberato due anni fa nella precedente consiliatura, ma le difficoltà dovute alla pandemia soltanto oggi è stato possibile portare a termine l’impegno.
La cerimonia, presieduta dal sindaco Ruggero Grassotti, si è svolta alla presenza del prefetto di Viterbo Antonio Cananà, del sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo Massimiliano Siddi, del comandante della compagnia Carabinieri di Viterbo capitano Felice Bucalo, del comandante della stazione Carabinieri di Vitorchiano luogotenente Salvatore Bonarrigo, del comandante di Polizia Locale tenente Alessandro Egidi, dell’assessore Fabio Fanelli e del consigliere comunale Piero Lanzi. Hanno partecipato all’iniziativa alcune classi della scuola primaria e secondaria di primo grado di Vitorchiano, accompagnate dalla professoressa Patrizia Fioravanti, che ha ricordato ai presenti l’impegno della scuola nella promozione dei valori della legalità.
“Quando come amministrazione comunale abbiamo scelto di dedicare questo parco ai giudici Falcone e Borsellino – ha detto Grassotti – l’intento era commemorare due uomini e magistrati coraggiosi che non hanno mai ceduto alle minacce mafiose e che hanno pagato con la vita il loro impegno a servizio dello Stato e della legalità. Lo abbiamo fatto intitolando a loro un elemento di toponomastica, un luogo pubblico destinato a rimanere del tempo. Non esito a definire Falcone e Borsellino due eroi della nostra epoca: erano consapevoli che indagare sul malaffare e portare i malavitosi a processo avrebbe avuto conseguenze violente, ma nonostante tutto sono andati avanti e hanno continuato a lavorare per affermare la legge in un territorio dove per tanti anni la mafia ha gestito affari illeciti”.
“La cultura mafiosa dilagante – aggiunge Grassotti – non ha permesso un adeguato sviluppo economico nel sud Italia, costringendo alla povertà milioni di persone. Tuttora, purtroppo, troviamo il metodo mafioso in molte regioni italiane, una mafia diversa che però ha sempre l’obiettivo di aggirare le leggi dello Stato con metodi violenti e sanguinari. Vitorchiano ricorda questi due eroi e si impegna ad affermare sempre di più il valore delle norme e delle regole grazie a cui possiamo convivere tutti insieme e ognuno di noi è garantito nei suoi diritti”.