Riceviamo e pubblichiamo
L’associazione culturale Opus Laudat Artificem di Viterbo, presieduta dall’artista Marco Zappa, ha organizzato un evento unico nel suo genere: l’arrivo a Viterbo, per la prima volta, di alcuni monaci tibetani che per l’occasione si sono esibiti nella creazione di un Mandala di sabbia colorata.
La parola “Mandala” viene dal sanscrito e significa cerchio o ciclo e rimanda al concetto di totalità e di essenza. Il mandala è una rappresentazione essenziale e geometrica del mondo, del cosmo, dell’universo intero. Questa figura concentrica trasmette calma e serenità a chi la disegna. Colorare un mandala porta a raggiungere una sensazione di pace con se stessi e col mondo circostante. Nella tradizione buddista i mandala vengono creati interamente con sabbie colorate. Piccole cannucce, o imbuti, servono a incanalare i granelli di sabbia nei punti voluti per ottenere la creazione del disegno. Questa caratteristica li rende unici e molto complessi da realizzare.
Un aspetto stupefacente dei mandala tibetani è che una volta creati, dopo settimane e a volte mesi di lavoro, vengono distrutti per simboleggiare l’impermanenza del mondo materiale, la forza della distruzione e della rinascita. I mandala sono sinonimo di energia che trasportano traendola dall’Universo. Trasformano l’energia negativa in un’energia positiva che permea il luogo in cui si trovano o in cui vengono realizzati, per questo avrebbero proprietà curative. I mandala rappresentano l’equilibrio vitale, la pace, la calma ed hanno un effetto purificante e armonizzante sul corpo, l’anima e la mente. Ogni persona di qualsiasi età può provare l’effetto positivo dei mandala: creandoli o semplicemente colorandoli si percepisce l’intensa energia che si diffonde da essi.
I monaci tibetani dopo aver realizzato il mandala nella suggestiva sala della loggia di San Tommaso, messa a disposizione dal Magna Magna, noto locale della città, accolti da Sergio Cesarini, fondatore di Viterbo Sotterranea, hanno visitato il nuovo percorso underground, di recente apertura, dove sono rimasti ammaliati proprio dalla forte energia positiva emanata da quei luoghi. Di questa bella e grande energia i monaci avevano già avuto cognizione nel leggere gli antichissimi testi sacri tibetani che ne fanno menzione, ma solo soffermandosi in alcuni spazi del nuovo percorso sotterraneo di Viterbo sono riusciti a percepirla per la prima volta.
L’evento è stato possibile grazie anche alla collaborazione della fondazione “Global World Of Music and Arts Association”, di cui è direttore culturale la scultrice Simona Bocchi. “Quelli che sono venuti a Viterbo – ha riferito – sono i monaci più importanti dell’India del Nord e Sud e seguono il filone del Dalai Lama. Attraverso la Fondazione che rappresento ho iniziato a portare in Italia questi monaci che fanno i mandala, che sono un simbolo sacro, una preghiera creativa. Attraverso i simboli archetipali si propaga una certa qualità di energia in base al tema trattato. In questo caso il tema era quello della prosperità. La nostra fondazione è nata in India tanti anni fa. Per me andare in India- ha affermato la scultrice – è stata una morte ed una rinascita: la mia vita doveva passare attraverso una esperienza di destrutturazione per poi ricostruirmi, entrando totalmente nella profondità che mi ha permesso di vivere un’esperienza che solo stando tanti anni in India si può comprendere”.