Cade nelle mani degli usurai e per un 40enne viterbese e la sua famiglia inizia un calvario durato due anni. I fatti iniziano nel 2015, quando l’uomo decide di rivolgersi a chi credeva essere un amico per procurarsi i soldi che gli servivano all’acquisto di una nuova automobile. Un debito non elevatissimo, poco più di diecimila euro, che salirà però vertiginosamente fino a quadruplicarsi. Per ottenere la somma necessaria la vittima aveva dovuto rilasciare cambiali per un importo quasi doppio rispetto al prestito ricevuto, effetti che dopo le prime scadenze l’uomo non era più riuscito a saldare per tempo e che iniziavano a produrre interessi usurai, fino a 250 euro per ogni giorno di ritardo.
In breve la situazione diventa insostenibile e così l’uomo si rivolge alla madre, inventando delle scuse su presunti crediti vantati dall’erario scaturiti da una sua precedente attività commerciale. La donna, titolare di un’azienda agricola, per aiutare il figlio dà fondo a tutte le risorse disponibili prosciugando il proprio conto corrente e perfino le pensioni del marito e dell’anziano zio della vittima. Nonostante i continui versamenti il debito però continua a crescere al punto che la vittima è perfino costretta a cedere all’usuraio l’autovettura acquistata con la somma ricevuta in prestito qualche anno prima. Ormai allo stremo, la famiglia non riesce più a pagare e così iniziano telefonate, sms, visite ai familiari con minacce più o meno velate per l’incolumità dei protagonisti. È così che l’uomo decide di rivolgersi ai carabinieri che mettono fine alla vicenda.
Nella tarda mattinata di ieri, infatti, i carabinieri della Stazione di Vetralla e quelli del nucleo operativo della Compagnia di Viterbo documentano in flagranza, a valle Faul, l’ultimo incontro tra la vittima e il suo carnefice; assistono alla consegna della somma di 500 euro di cui l’usuraio aveva preteso la restituzione già da qualche giorno minacciando serie ritorsioni e così scatta l’arresto. L’usuraio, un giovane vetrallese di 30 anni, si trova ora agli arresti domiciliari nella propria abitazione, a disposizione dell’autorità giudiziaria viterbese che nei prossimi giorni procederà all’udienza di convalida.