Riceviamo e pubblichiamo
“Essenziali sono le nostre vite, essenziale è il nostro sciopero!” Non Una Di Meno Viterbo aderisce allo sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo. Uno sciopero generale della produzione e della riproduzione, del consumo, dai ruoli sociali imposti dai generi. Come diceva Simone de Beauvoir: “Non dimenticare mai che una crisi politica, economica o religiosa sarà sufficiente per mettere in discussione i diritti delle donne. Questi diritti non saranno mai acquisiti. Dovrai rimanere vigile per tutta la vita”.
L’8 marzo interromperemo tipo di lavoro senza distinzioni di categoria e di contratto, perché il nostro sciopero è un rifiuto a subire violenza, ad essere oppresse e sfruttate. La pandemia, così come la crisi sanitaria, economica e sociale ha colpito in maniera schiacciante le donne ed ancor più le donne migranti, che si sono viste aumentare il carico di lavoro, in famiglia, in ufficio, nella vita privata e pubblica, a fronte di un aumento della precarizzazione del diritto alla salute, al lavoro e all’autodeterminazione.
Donne che si sono dovute licenziare per prendersi cura dei figli o dei familiari a carico, donne chiuse in casa con i loro carcerieri, donne senza documenti divenute ancora più invisibili e ricattabili, donne che hanno fatto i salti mortali per dare continuità e certezza alla loro professione, donne che hanno dovuto portare avanti gravidanze indesiderate perché in alcune zone i reparti IVG sono stati sacrificati all’emergenza, donne che hanno dovuto lavorare il doppio per sanificare ospedali e fabbriche in cambio di salari bassissimi, donne che hanno lavorato 24 ore senza sosta, chiuse a casa con le persone di cui sono badanti, nell’indifferenza più totale rispetto a condizioni di sicurezza, salute e salario.
Le donne e le persone lgbt*QIAP+ sono quelle che, dall’inizio della pandemia sino ad oggi, hanno pagato il prezzo più alto e che vedono i diritti conquistati con decenni di lotte, minacciati dall’ “emergenza” che in nome del pragmatismo e del bene del paese, fagocita servizi essenziali, tutele, presidi di salute, dignità e uguaglianza. Le donne sono state totalmente assenti o parzialmente presenti nelle commissioni, nei luoghi dove è stata gestita la crisi e dove viene pensata la ricostruzione che è patriarcale e consumista.
Noi vogliamo opporre un piano femminista, di trasformazione sociale e ambientale, che metta al centro la persona all’interno di un ecosistema di cui essa stessa è parte integrante. Rivendichiamo: un salario minimo europeo e reddito di autodeterminazione, socializzazione della cura, welfare universale e non familistico, un permesso di soggiorno europeo non condizionato al lavoro e alla famiglia, diritto alla salute e all’autodeterminazione. Siamo consapevoli della difficoltà di scioperare, oggi più di ieri, causata dalla precarietà, dall’isolamento, dal razzismo istituzionale, ma lo sciopero è necessario, la nostra lotta è urgente, dobbiamo far sentire la nostra voce, il nostro grido, perché non siamo più disposte a subire oppressione e sfruttamento.
Sul sito https://nonunadimeno.wordpress.com è disponibile un vademecum sulle modalità di sciopero. Per ulteriori informazioni: pagina Facebook “NON UNA DI MENO Viterbo“.