Viterbo, il 20 dicembre un convegno sul restauro del Duomo

Riceviamo dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale e pubblichiamo

“Il consolidamento del Duomo di Viterbo: danneggiamenti e minimo intervento”. Questo il titolo del convegno del 20 dicembre prossimo, alle ore 10:30 circa, a Palazzo papale (piazza S. Lorenzo 6a) nella Sala delle Biblioteche del Ce.Di.Do.. Molte le istituzioni che vi parteciperanno.

“Su richiesta del vescovo di Viterbo – spiega il Soprintendente, arch. Margherita Eichberg – e con finanziamento ministeriale, la Soprintendenza ha attenzionato il quadro fessurativo della cattedrale con indagini che si sono svolte in oltre un anno solare, giungendo ad individuare l’origine delle lesioni di maggiore evidenza e progettando il necessario miglioramento sismico”. Alla vigilia dell’avvio dei lavori i tecnici impegnati relazioneranno su storia, trasformazioni, problemi di restauro, interventi previsti sull’edificio. “Un vero capolavoro di arte costruttiva lapidea, vanto della Tuscia medievale”, commenta il Soprintendente.

“Questa manifestazione fessurativa – puntualizza l’ing. Michele Candela, progettista di restauri strutturali – sfugge a qualsivoglia manualistica di settore e comprende un’ulteriore problematicità: le lesioni presenti sul lato sinistro della navata centrale risultano sempre un po’ più ampie di quelle presenti sul lato destro, che comunque risulta globalmente meno danneggiato dell’altro. Perciò sono fessurazioni del tutto anomale, differenziate secondo canoni non noti. Da qui la necessità di esplorare nuove frontiere interpretative, proprie dei danni ‘inconsueti’, caratterizzati anche da gradienti incrementali diversi”.

“La particolarità del danno strutturale presente nella navata principale ha richiesto sia un’elaborazione diagnostica di carattere innovativo che la messa a punto di tecniche di intervento che minimizzassero le lavorazioni da farsi”, prosegue l’ing. Candela. 

“La Soprintendenza ha dato seguito alla richiesta di mons. Fumagalli di attenzionare la cattedrale di Viterbo, con l’intento di renderla più sicura e di metterne in luce più compiutamente gli elementi di valore artistico”. L’intervento è stato contenuto al “minimo utile, nel rispetto di quanto di originale è pervenuto ai nostri giorni, a partire dalla struttura muraria eseguita con eccezionale maestria”, ribadisce il Soprintendente Eichberg.

Ad illustrare la storia della Cattedrale romanica di S. Lorenzo e le vicissitudini che hanno portato nel tempo ai vari interventi, è l’arch. Renzo Chiovelli.

La sua costruzione risale all’istituzione della Diocesi viterbese da parte di papa Celestino III nel 1192. A seguito di tale istituzione viene iniziata la nuova edificazione ecclesiastica, al posto di una precedente pieve dedicata sempre a San Lorenzo.

Posta accanto al celebre palazzo papale duecentesco, il duomo appare oggi come il risultato di una lunga serie di aggiunte e trasformazioni. Il suo campanile risale al 1369, quando papa Urbano V concesse indulgenze a quanti contribuivano ai restauri della chiesa e all’erezione della torre campanaria. La cuspide del campanile verrà aggiunta nel 1450. Dieci anni dopo, si rifacevano le capriate di copertura della cattedrale e nel 1490 la navata centrale veniva sgombrata dalla presenza della ‘schola cantorum’.

Nel 1568 si dette avvio alla demolizione dell’abside centrale romanica, per permettere la costruzione di un ampio coro, detto il Cappellone. Risale invece al 1570 il rifacimento dell’intera facciata, voluta dal cardinale Giovanni Francesco Gambara, amministratore apostolico della diocesi. Ludovico da Cortona venne incaricato di costruire dieci cappelle laterali al corpo delle navate.

I lavori alla nuova sacrestia iniziarono nel 1650, e nel 1681 l’interno della chiesa venne coperto da una volta a botte e decorato con stucchi. Nel 1724 terminò la realizzazione della cappella dedicata ai Santi Valentino e Ilario, progettata da Giovanni Battista Contini; e tra il 1876 e il 1878 l’architetto purista Luca Carimini eseguì un restauro neo-medievalista dell’interno del duomo, che sollevò non poche polemiche.

Nella notte del 27 maggio 1944, un grappolo di bombe sfondò il tetto ed esplose al centro della navata principale, distruggendo parte delle decorazioni. Con il restauro post-bellico, concepito tra il 1945 e il 1952, venne parzialmente riproposta la chiesa interna nelle forme tardomedievali precedenti le grandi trasformazioni cinque-settecentesche. “Di tutto ciò esiste un’ampia documentazione che verrà mostrata nel corso della presentazione dei nuovi consolidamenti di cui necessita oggi la cattedrale viterbese”, conclude il prof. Chiovelli.

Per aderire all’iniziativa è obbligatorio il green pass e occorre prenotarsi per mail al seguente indirizzo: sabap-vt-em.eventi@beniculturali.it