Serrande abbassate dopo le diciotto per oltre 700 enoteche del Lazio con l’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm del 14 gennaio, che vieta dopo le ore 18, la vendita con asporto ai bar senza cucina ed a coloro che esercitano prevalentemente il commercio al dettaglio di bevande.
“Un settore – lancia l’allarme oggi Coldiretti Lazio – che nella nostra regione ha registrato una crescita di quasi il 13 per cento negli ultimi cinque anni. E Roma è seconda solo a Napoli ed è seguita da Milano per la presenza di enoteche, che nella Capitale, dove se ne contano oltre 500, sono aumentate del 24 per cento negli ultimi otto anni”.
Fino al prossimo 5 marzo, infatti, sarà consentito acquistare vini anche dopo le 18 nella grande distribuzione e altri esercizi che non abbiano come codici Ateco prevalenti quelli ricadenti espressamente nel divieto. Restano esclude, però, le enoteche.
“Un settore che ha subito ingenti perdite a causa della pandemia – continua Coldiretti – con la chiusura durante il lockdown del canale Horeca e le continue restrizioni. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè in Italia quasi 4 cantine su 10, pari al 39%, registrano un deciso calo del fatturato con l’allarme liquidità, che mette a rischio il futuro del vino italiano. La Coldiretti ha lanciato da subito l’allarme ed è impegnata nella campagna #iobevoitaliano per promuovere gli acquisti, ma servono investimenti massicci e azioni volte a rilasciare la filiera”.
Intanto la Regione Lazio il 21 gennaio ha pubblicato la graduatoria provvisoria dei progetti multiregionali ammissibili a contributo per la misura dell’OCM (Organizzazione Comune di Mercato) Vino, dedicata alla Promozione sui mercati dei Paesi terzi dell’eccellenza regionale, che ha visto approvati tutti i 4 progetti con capofila il Lazio per un investimento regionale di oltre 150.000 euro.
“I progetti che abbiamo approvato, e che ora andranno al controllo di Agea – ha dichiarato l’Assessore di Regione Lazio all’Agricoltura, Enrica Onorati – sono stati ideati in piena pandemia, a testimonianza della volontà da parte dei produttori di continuare a investire sul settore, e sono un sostegno per il rilancio del comparto, non appena sarà possibile andare a fare promozione nei Paesi terzi. Sono circa 80 i soggetti coinvolti che beneficeranno del contributo della Regione Lazio, a cui potranno aggiungersi ulteriori risorse del Ministero delle politiche agricole agroalimentari e forestali a seguito della composizione della graduatoria nazionale. Ovviamente, non potendo sapere oggi come evolverà la situazione sanitaria a livello nazionale e internazionale, abbiamo previsto che, in sede di variante, possano essere rivisti e adeguati in funzione dello stato emergenziale”.
“Secondo i dati pubblicati dall’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) – ha aggiunto ancora l’Assessora laziale -, punto di riferimento scientifico e tecnico del settore, nel 2020, nonostante la pandemia, la produzione mondiale di vino conferma la posizione dell’Italia come principale produttore mondiale di vino, in un quadro generale in cui il bilanciamento tra Europa e resto del mondo vede favorita la prima, con una quota del 18% del totale. Dati che ci fanno comunque sperare in un futuro prospero del settore, una volta superato questo momento storico così unico quanto complesso”.