di Marco Vallesi
C’è sempre qualcosa che mi tiene in bilico tra lo scrivere e il non-scrivere quando, leggendo qua e là, trovo nella cronaca locale degli spunti che mi inducono a riflettere sul perché, in questa bellissima città, certa gente non debba mai perdere l’occasione per ostentare, nero su bianco, superficialità ed incompetenza o, viceversa, lasciarsi sfuggire, sempre, quella per star zitta.
Ed è anche abbastanza tragico notare il fatto per il quale, spesso, ad incarnare tali svantaggiose caratteristiche cittadine sia proprio il sindaco Mauro Mazzola.
E certe volte scrivere delle sue cantonate può essere davvero crudele come “tirare al piccione”, benché, questo tipo di “caccia”, proprio per ordinanza sindacale sia ormai lecita e aperta (cit.).
Tuttavia, nonostante le mie crisi di coscienza, esiste un valido motivo del perché sono qui a ri-scrivere delle paradossali esternazioni del nostro “primo cittadino” ed il motivo è presto detto: sono curioso, critico e leggo troppo.
Sì, lo so… lo so: per le menti di certi sfigati sono difetti, anzi no, sono brutti vizi. Ma non posso farci niente, non riesco a trattenermi oltre e, d’altra parte, non posso violentare la mia natura né pretendo che gli altri si comportino diversamente da come sono: ognuno è così come è, ne sono certo.
Così come son certo che nessuno, tra coloro che in più d’una occasione mi hanno iscritto d’ufficio nel clan degli “acculturati”, avrà avuto modo di far notare al sig. sindaco, reduce da un viaggio di promozione turistica a New York che “… lo splendido vaso, uno dei vertici pittorici dell’arte etrusca” così come lui stesso afferma nell’articolo apparso in diverse testate on-line, proprio etrusco non è.
E, di sicuro, non avranno nemmeno notato che, in realtà, sono due (2) i vasi “tarquiniensi” ora esposti al Metropolitan Museum of Art di N.Y. (in prestito al Met dal 2008 per quattro anni in scadenza a gennaio 2012; link comunicato Met accordo ingl. ).
Due splendidi oggetti che, senza alcun dubbio, ben rappresentano i vertici di quell’arte ceramica che nell’antichità aveva raggiunto livelli altissimi come, appunto, testimoniano i due vasi attici, cioè, prodotti nella regione dell’Attica (capoluogo Atene) in Grecia nel V sec. a.C. e firmati dai loro famosi autori:
Charinos per il vaso plastico raffigurante una testa femminile (rhyton).
Euxitheos vasaio e Oltos pittore per la coppa su alto piede(kylix).
Pittori, ceramisti e vasi greci, dunque. Quale verticistica pittura vascolare etrusca abbia visto e ammirato “da vicino” il sindaco è, perciò, un mistero destinato a rimanere tale poiché, potete scommetterci, nessuno dei suoi più accaniti ruffiani, oltre che non essersi preoccupati minimamente di mitigare certe sue esternazioni per ripararlo dall’ennesima figura “pedalina”, si prodigherà nel chiarire questo ed altri sensibili particolari dello strano e costoso viaggio oltre oceano della delegazione tarquiniese.
Purtroppo, stando così le cose, c’è ancora un altro preoccupante aspetto messo in luce dall’articolo in cui il sindaco si erge a paladino della corretta (?) informazione turistica: “Nei prossimi giorni invierò una lettera al ministero dei Beni e delle Attività Culturali e alla Soprintendenza per Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale perché possa sollecitare la direzione del museo nel dare il giusto risalto al luogo di provenienza dell’opera – anche attraverso l’installazione di una cartina geografica – e perché sia riportato in modo corretto il nome della nostra città”.
Mi auguro che, per la stesura della lettera che l’ammirato quanto confuso Mazzola intende inviare alle istituzioni sopraccitate, voglia avvalersi di qualche esperto fuori dalla cerchia dei compiacenti cortigiani, i quali, a quanto sembra, non possono coadiuvarlo con adeguata competenza e che, magari, con suggerimenti inappropriati, potrebbero indurlo in ulteriori, goffi errori.
Per finire, un consiglio: il MUSEO NAZIONALE TARQUINIENSE custodisce un’imponente quantità di eccezionali oggetti provenienti dalle aree archeologiche del territorio, il biglietto d’ingresso costa solo 8,00 euro e con altra modica spesa si può acquistare una buona guida illustrata che può aiutare, a chiunque lo voglia, ad approfondire la conoscenza della civiltà etrusca e i suoi rapporti con il mondo antico. Lunedì chiuso. Anche per i “vertici”.