Riceviamo e pubblichiamo
Alla vigilia del Consiglio di Amministrazione che di fatto restituirà agli agricoltori, cittadini, utenti i soldi dell’IMU, che destinerà fondi e risorse all’ospedale, alla scuola, al sociale, alla protezione civile, all’archeologia, che prevederà interventi a sostegno della viabilità degli orti e al centro aziendale, continua il nostro impegno per la riforma strutturale dell’Università Agraria: abbiamo riunito la conferenza dei capigruppo per discutere la bozza del nuovo statuto dell’Ente.
Tra le modifiche più significative, la riduzione degli assessori da cinque a tre, la riduzione dei consiglieri da venti a sedici, la carica di Consigliere e Presidente del Consiglio a titolo meramente onorifico (senza gettone o indennità), l’elezione a turno unico, l’incompatibilità tra carica di amministratore dell’Università Agraria (consigliere e assessore) e quella di amministratore del Comune, la parità di genere nella formazione delle liste e della giunta, l’individuazione degli scrutatori tra i non occupati. Abbiamo già ridotto il numero degli assessori e dei costi della politica e utilizzato i soldi risparmiati a sostegno della collettività con l’acquisto dei defibrillatori. Segnali politici concreti. Non intendiamo tornare indietro.
In quest’ottica, piena assonanza e assoluta condivisione in merito alle dichiarazioni del coordinatore del PD Angelo Centini. Nessuna esigenza e volontà da parte dell’Università Agraria di modificare la maggioranza politica attuale e soprattutto di cambiare o addirittura incrementare la Giunta Esecutiva, pure illazioni giornalistiche destituite di fondamento. Se esistono richieste di riequilibrio politico, di cui non ho peraltro conoscenza, confermo che non sarà l’Università Agraria il teatro del confronto, concordo altresì con lui sul fatto che la minoranza possa condividere i provvedimenti della maggioranza prescindendo dalla concessione di strapuntini.
Il Presidente dell’Università Agraria di Tarquinia
Alessandro Antonelli