“Il nuovo statuto entrerà definitivamente in vigore il 2 novembre 2017, ossia il trentesimo giorno successivo alla Pubblicazione all’albo pretorio dell’Università Agraria di Tarquinia”: con queste parole si chiudeva il comunicato stampa con cui il Commissario Straordinario dell’Ente, lo scorso 9 ottobre, annunciava l’approvazione del nuovo statuto. Parole che ricalcavano fedelmente il deliberato e che, oggi, pongono una questione: se l’effettiva entrata in vigore dello statuto è successiva alla delibera di indizione delle elezioni da parte della Regione Lazio, con quale regole si andrà a votare?
Secondo alcuni, infatti, anche la prossima legislatura dell’Ente dovrà rispondere dello statuto che pareva ormai “pensionato”, proprio a causa delle tempistiche che, di fatto, potrebbero rendere inutile lo sforzo compiuto dal Commissario approvando l’atto. E sarebbe una “rivoluzione” al contrario: mentre le forze politiche ragionavano su strategie legate al nuovo regolamento – turno unico, una sola lista a sostegno del candidato presidente, doppia preferenza uomo/donna, quattro assessori e eliminazione della figura presidente del consiglio -, tutto potrebbe di nuovo cambiare… per non far cambiare nulla (e mandare i tarquiniesi al voto con il sistema elettorale recentemente utilizzato per le comunali).
Si attendono, in materia, chiarimenti sin da lunedì prossimo – alcune fonti politiche parlano addirittura della possibilità che l’Ente, in autotutela, ritiri il documento – anche perché i tempi, già stretti, per la produzione di liste e programmi potrebbero diventare davvero minimi.