Come comunicato ieri dal Commissario dell’Università Agraria di Tarquinia, è stato approvato il nuovo statuto dell’ente che va a correggere, come testualmente indicato dal testo in delibera, le “criticità operative in relazione ad alcuni ambiti della disciplina statutaria cosi da prefigurare l’opportunità di una revisione dello Statuto, anche nella direzione di una sostanziale semplificazione”.
E una delle più sostanziali modifiche riguarda la formula elettorale che da oggi in poi porterà all’elezione del Presidente e del Consiglio d’amministrazione, che d’ora in poi sarà quella prevista per l’elezione del Sindaco e del Consiglio comunale nelle città con meno di 15.000 abitanti. Andiamo, perciò, a scoprire il funzionamento di un sistema inedito per Tarquinia, che alle amministrative utilizza la formula prevista per i comuni più popolosi.
Ogni candidato presidente sarà associato ad una sola lista di candidati al consiglio d’amministrazione: niente liste a sostegno, quindi, come avvenuto per il consiglio comunale o nell’ultima votazione per l’Agraria, ad ottobre 2015. Una scelta che, evidentemente, cambia le dinamiche di eventuali alleanze e diminuisce il numero dei candidati consigliere. Ogni lista, infatti, deve avere un numero massimo pari al numero dei consiglieri eleggibili (16) e minimo di tre quarti dei consiglieri eleggibili (12). La lista deve inoltre garantire la differenza di genere, recando un numero massimo di donne e uomini pari ai due terzi dei candidati della lista.
Sarà eletto presidente, naturalmente, colui che prenderà più voti, senza necessità di maggioranza assoluta né di un’affluenza pari o superiore al 50%. C’è una remota possibilità di ballottaggio, qualora i primi due candidati ottengono esattamente lo stesso numero di voti.
La riforma statutaria porta anche all’Università Agraria la novità sperimentata dai tarquiniesi alle scorse comunali: la doppia preferenza. Si possono, infatti, esprimere due preferenze per i candidati consiglieri nell’ambito della stessa lista, ma devono essere di candidati di sesso diverso, altrimenti la seconda preferenza è annullata. Non è, invece, previsto il voto disgiunto.
Altra novità di rilievo riguarda gli assessori, che salgono da tre a quattro (a farne le spese è la figura del presidente del consiglio, che viene eliminata) e che non avranno l’obbligo di uscire dal consiglio, ma rimarranno in carica in qualità di consiglieri.
Fatto lo statuto, che entrerà in vigore dal 2 novembre 2017, trentesimo giorno successivo alla Pubblicazione all’albo pretorio, resta ora da capire quando per la prima volta si applicherà la nuova formula d’elezione, in attesa che la Regione Lazio fissi la data delle prossime elezioni.