Riceviamo e pubblichiamo
Ora è chiaro dove erano gli sprechi veri. Scoperto il modus operandi di un’intera classe dirigente regionale. Ci aspettiamo delle scuse da certa stampa locale autogestita. Il riferimento è alla saga montata ad arte su Verona FieraCavalli e alle polemiche create sul ruolo di capofila dell’Università Agraria.
Quando la Regione Lazio affidava l’organizzazione e la regia della partecipazione a simili eventi ad Enti come le Università Agrarie, prima Vejano e poi Tarquinia, esistevano i rendiconti, deliberati dagli Enti stessi e approvati dalla Regione. Senza rendiconti puntuali nessuna liquidazione. Il budget era definito, i territori coinvolti. In una parola trasparenza.
Atti pubblici che ciascuno poteva richiedere e vedere, oltre le polemiche strumentali di paese. Questo fino al 2010, poi il vuoto, la moltiplicazione dei costi e le indagini della magistratura. L’Università Agraria di Tarquinia ha fatto da capofila dal 2007 al 2009, un solo dato per capire, per l’edizione 2007, le risorse erano pari a 180.000 Euro, per quella 2010 si era già arrivati a 360.000 Euro, somme confermate e aumentate per il 2011 e 2012, nessuna notizia di rendiconti.
In sintesi finché c’è stata la gestione dell’Università Agraria contenimento dei costi e nessuna irregolarità, oggi la gestione diretta della Regione di eventi e fiere porta alla moltiplicazione dei costi e alle inchieste giudiziarie.
Mi domando dove sia finita certa stampa, quella che attaccava l’Università Agraria per Verona FieraCavalli facendo credere alla gente che i soldi erano dell’Ente e non della Regione Lazio, che parlava di sprechi, ora che per fare le stesse cose è provato che si è speso il doppio e con modalità tali da interessare i magistrati.
È sicuramente vero che si è innocenti sino a condanna, ma lasciateci esprimere la nostra immensa soddisfazione per non essere mai stati inquisiti per la gestione di importanti risorse regionali. Lo abbiamo fatto con trasparenza amministrativa e il rispetto dei territori. I fatti dimostrano che avevamo ragione.
Università Agraria di Tarquinia