Riceviamo da Luigi Caria, Segretario provinciale PCI, e pubblichiamo
Per le forze del cambiamento è venuto, a Tarquinia, il momento di fare i conti con il tempo. Se vogliono avere un futuro dobbiamo mettere mano a un largo schieramento delle forze riformatrici nella nostra città. Qui e ora, se vogliono avere un ruolo nell’avvenire, e diventare una “funzione” per Tarquinia ora e nei prossimi decenni.
Per cominciare a fare questo ci vuole un vasto schieramento di forze politiche, sociali, intellettuali: ci vuole un nuovo vincolo etico e politico capace di unire, e legare, le energie interessate nel nostro paese a misurarsi con le sfide di questo tempo. E per far questo occorre, con spirito unitario e solidale, uscire da logiche settarie e particolari, e mettersi a lavorare alla costruzione per le prossime elezioni comunali.
Il Pd può dare un contributo, e un contributo possono darlo altre forze schierate nel centro sinistra. E anche le forze riformatrici presenti nel M5S devono essere coinvolte in questo processo. Ma l’esistente non basta. E chiudersi in logiche particolari significa suicidarsi. Occorre chiamare in campo forze nuove, fresche, libere da antiche storie, e lavorare a forme nuove di riconoscimento e di aggregazione. Bisogna lavorare per questo, qui e subito. Ci sono segnali incoraggianti. È questo il momento: oggi la campana suona per tutti.
Il Partito comunista Italiano di Tarquinia vorrebbe riunire quelle forze dell’area progressista di Tarquinia in vista delle prossime elezioni amministrative, in programma per la prossima primavera, con l’obiettivo di costruire una coalizione progressista alternativa al governo di centrodestra che guida da cinque anni la nostra città.