Nel punto vendita Ikea di Spreitenbach, in Svizzera, dal 1 gennaio si comincerà un test di prova dal nome “Second life” che fa entrare Ikea nel mondo dell’usato.
Si tratta infatti di un progetto pilota con il quale il colosso svedese vuole capire se funziona l’idea di ‘rottamare’ i mobili vecchi. Ikea riacquisterà i mobili usati, dando in cambio dei buoni.
Attualmente, per tre mesi, possono essere restituiti armadi, librerie, cassettiere, credenze, tavoli, sedie, poltrone, mobili per ufficio e letti, a condizione che siano “completamente assemblati, sicuri per l’uso e in buone condizioni”, pezzi che poi verranno rivenduti ad un prezzo che potrebbe anche arrivare al 60% di quanto si è pagato. Tutto dipende da quanto sono tenuti bene.
Secondo quanto reso noto, lo scopo del progetto nasce sicuramente nell’ottica del riciclo e del riuso, ma anche da un’indagine che Ikea ha realizzato due anni fa su 2000 persone che vivono in Svizzera. È emerso che molti avevano oggetti Ikea non più utilizzati in cantine e garage. Due terzi degli intervistati hanno dichiarato di essere favorevoli a restituire i mobili in cambio di un buono spesa.
Con la campagna dallo slogan “La moda non merita di finire nei rifiuti” anche H&M raccoglie gli abiti usati per destinarli a nuova vita, già dal 2013. In base alle condizioni dei capi raccolti, l’abbigliamento usato intraprenderà diverse strade: il riutilizzo, quindi la vendita come capi di seconda mano; il recupero delle fibre tessili; una seconda vita, nel caso in cui vengano riconvertiti in altri prodotti; per la produzione di energia.
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