Riceviamo dal Presidente Dott.ssa Alessandra Sileoni e pubblichiamo
È doveroso per rispetto degli Enti coinvolti nell’iniziativa e della nostra Associazione che la ha promossa, rettificare informazioni incomplete e discostanti dal comunicato ufficiale emesso della STAS, pubblicate in data 26 agosto u.s. da lextra.news, in un articolo riguardante l’installazione “contemporanea etrusca” presentata lo scorso 25 agosto presso il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia.
Va ben specificato che l’iniziativa è stata promossa e interamente sostenuta dalla Società Tarquiniense d’Arte e Storia sotto l’egida del Ministero della Cultura e con il patrocinio gratuito del Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia, nell’ambito del Premio Città di Tarquinia “Luciano Marziano e Vasco Palombini” da noi organizzato con cadenza biennale, tra cui si inseriscono le personali di artisti della Tuscia.
L’organizzazione e la promozione dei premi è a cura dell’Associazione che detiene i rapporti con gli altri enti coinvolti e a cui è stato presentato progetto, e non coinvolge direttamente gli artisti invitati a esporre nelle personali.
È con piacere che la nostra Associazione quest’anno ha dato quest’opportunità a Marco Vallesi, il quale sin da subito ha ben accettato la proposta di una mostra a lui dedicata, che poi è stato possibile dislocare in due distinte sedi espositive, l’auditorium S. Pancrazio e il Museo di Tarquinia, grazie ad una fruttuosa collaborazione, ormai da tempo avviata tra la STAS e il Parco archeologico, come ha sottolineato il direttore Vincenzo Bellelli, in apertura del suo intervento.
Si dispensa in futuro di divulgare ulteriori comunicati senza averne preventivamente concordato il contenuto con la presidenza dell’Associazione.
Alessandra Sileoni
(s.t.) Pubblico questa precisazione della Società Tarquiniense d’Arte e Storia, e in particolare della sua presidente, sottolinenando alcune considerazioni. Si tratta, a mio avviso, non di una rettifica, come indicato, ma semmai di una integrazione: come potete leggere nell’articolo qui linkato cui fa riferimento – che non è un comunicato stampa – non ravvedo informazioni non corrette che necessitino rettifica, per cui la presente pubblicazione rappresenta un gesto di consueta disponibilità che lextra.news puntualmente compie anche nei confronti della STAS riproponendo le comunicazioni da essa diffuse.
Mi soffermo, però, sull’ultima riga della nota firmata dalla Sileoni, auspicando si tratti di un malinteso in forza del quale la Stas e la presidente stessa abbiano erroneamente inteso che quello pubblicato sia un comunicato diffuso o divulgato: si tratta, semplicemente, di un pezzo che descrive le installazioni, liberamente pensato e scritto peraltro facendo riferimento a materiali descrittivi dell’installazione stessa disponibili presso il museo. Non di un comunicato, come quello da loro diramato, che trovate pubblicato qui di seguito, come su questo portale trovate tutti i precedenti comunicati di ogni natura inviati dalla STAS, tranne quello che presenta l’inaugurazione dell’installazione del Vallesi che, confrontandomi con l’artista e amico Marco, ho scoperto contenere imprecisioni in merito alla storia dell’artista stesso.
Tale auspicio e tale sforzo interpretativo mi sono necessari perchè, qualora non si trattasse come detto di un’errata valutazione, dovrei intendere da parte della STAS una pretesa alla valutazione preventiva degli articoli redatti e pubblicati da una testata giornalistica libera: pretesa che, nel caso, sarebbe, ovviamente e semplicemente, fuori dal tempo.
Riceviamo e pubblichiamo
È stata presentata il 25 agosto, nel cortile di palazzo Vitelleschi, sede del Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia, l’installazione del ceramista Marco Vallesi, dal titolo “contemporanea etrusca” che sarà visitabile fino al 1° ottobre negli orari d’apertura del museo. Promossa dalla Società Tarquiniense d’Arte e Storia (Stas), in collaborazione con il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia (Pact), l’esposizione introduce la mostra “ciò che si vede è”, che verrà inaugurata l’8 settembre, alle 18, all’auditorium San Pancrazio. All’iniziativa, aperta dal presidente della Società Tarquiniense d’Arte e Storia Alessandra Sileoni, dal direttore del Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia Vincenzo Bellelli e dallo stesso artista, sono intervenuti tanti cittadini e soci della Stas e, soprattutto, molti esponenti della comunità artistica tarquiniese.
“L’installazione richiama e riassume in un unico contesto la presenza imperitura della simbologia e delle fascinazioni di talune, talvolta misteriose, espressioni del popolo etrusco – afferma Vallesi -: il profondo legame con il territorio testimoniato dai materiali utilizzati; la proposta innovativa di un loro nuovo uso nella direzione di un design minimalista contemporaneo; lo stimolo per un’economia del territorio verso il riciclo e il recupero di materiali di risulta o di scarto. L’opera in sé è costituita da tre blocchi di pietre diverse, tufo, nenfro e peperino, nei quali con l’inserimento di “vassoi” in gres ad alta temperatura si riproducono gli intagli a scala presenti in alcuni lastroni litici esposti al piano terra del museo”.
“Vallesi ha saputo meglio di ogni altro artista che vive nella Tuscia perpetuare e rendere prolifico il dialogo millenario tra uomo e ambiente, perseverando in un lavoro che ha portato lo stesso Luciano Marziano a definirlo “inesausto ricercatore”, per il rapporto primario con le risorse naturali di questo territorio – dichiara la presidente Sileoni -. In tale prospettiva, “contemporanea etrusca” rappresenta da un lato la sintesi del lavoro di ricerca svolto finora da Vallesi, dall’altro all’interno dello splendido contesto di palazzo Vitelleschi, sede del Museo Archeologico Nazionale, consente un dialogo diretto tra contemporaneo ed antico, essendo questi pezzi ispirati alle produzioni degli Etruschi di Tarquinia”. “Ricerca e sperimentazione sono le parole chiavi del percorso di Vallesi che, come i migliori modellatori di ceramica, è artista e artigiano – afferma il direttore Bellelli -. Le sue opere nascono da intuizioni e prendono forma attraverso il trattamento sapiente di materie prime e “ingredienti” scelti con cura. Nella ricerca di Vallesi ogni passaggio è eseguito con metodo: la preparazione del lavoro, la selezione dei materiali, la modellazione, la cottura. Da decenni approfondisce il tema “bucchero” e i risultati della sua indagine, oltre che esteticamente interessanti, paiono anche filologicamente ineccepibili”.
Al termine degli interventi, il direttore Bellelli si è prestato a fare da guida, presentando al pubblico presente i reperti litici esposti nella sala dei “lastroni a scala”, a cui l’installazione s’ispira. Un percorso, quello di Vallesi, ben rappresentato da questa personale che si sviluppa nelle due prestigiose sedi di palazzo Vitelleschi e dell’auditorium di San Pancrazio: “contemporanea etrusca” e “ciò che si vede è” godono del sostegno del Ministero della Cultura (MiC) e si inseriscono nell’ambito del Premio Città di Tarquinia “Luciano Marziano-Vasco Palombini”, la biennale d’arte che la Stas organizza per valorizzare la produzione ceramica contemporanea, artistica e artigiana, la quale, a Tarquinia, affonda le sue radici in pratiche antiche, tanto che la cittadina è stata a pieno titolo accolta nell’Associazione Italiana Città della Ceramica (AiCC).