Riceviamo dal presidente di AECI Monte Romano Francesco Saverio Monzo e pubblichiamo
Noi non ci diamo per vinti perché siamo convinti che l’acqua deve rimanere un bene pubblico anche se la legge, contravvenendo all’ esito referendario, quindi alla volontà popolare, impone il contrario, con ricadute pesantissime sia sui costi che sulla qualità erogata.
Con il referendum del 2011 gli Italiani votarono per farsi che l’acqua non entrasse a far parte del mercato economico ma fosse gestita, senza fini di lucro, dagli enti pubblici poiché bene primario.
La regione Lazio nel 2014, recependo l’esito referendario, approvò la legge n° 5 Tutela, governo e gestione pubblica delle acque. LEGGE MAI APPLICATA.
Il comune di Monte Romano dal 2010 si oppone all’ ingresso in Talete del proprio Sistema Idrico, negli anni prima il Governo Renzi, poi Zingaretti hanno imposto di commissariare i Comuni ribelli che non sono mai voluti entrare in Talete e sono 30 nel Viterbese. Talete spa e’ una società in deficit e pagheremo almeno il 70 per cento in più di quello che paghiamo oggi al Comune, con un acquedotto che e’ attualmente uno dei migliori, visti i lavori fatti e i soldi spesi dal Comune, da noi Cittadini.
Francesco Saverio Monzo
AECI Monte Romano