Una pagina di storia: i Reggiane Re 2002 a Tarquinia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo contributo a carattere storico di Stefano Celletti.

Tarquinia (Viterbo), luglio 1943. Reggiane RE.2002 della 239a squadriglia (102° gruppo, 5° stormo) in trasferimento verso sud per contrastare lo sbarco alleato in Sicilia

Premessa

La mattina del 4 settembre 1943, il Reggiane RE 2002 del maggiore Giuseppe Cenni era appena uscito dalla picchiata sui mezzi navali alleati. Improvvisamente si trovò in coda un nugolo di caccia, i letali Spitfire britannici, incaricati di fornire copertura alle operazioni di trasporto delle truppe e dei mezzi dalla Sicilia, ormai saldamente in mano alleata, alla Calabria. Il pilota italiano, leggendario asso pluridecorato degli aerei da attacco al suolo, tenta una difesa disperata, ingaggiando il nemico in un ultimo duello, ma poche raffiche dei cannoncini e delle mitragliatrici degli Spitfire bastano a far schiantare l’aereo sulle pendici dell’Aspromonte, coperte di uliveti. Sarà questa l’ultima azione di guerra aerea dell’Italia contro gli alleati. Il giorno prima, in gran segreto, era stato siglato l’armistizio.

L’aereo

Il Reggiane RE 2002 “Ariete”, derivato da un aereo da caccia (il RE.2000, che ebbe scarsa fortuna), prodotto dalle Officine Meccaniche Reggiane di Reggio Emilia, era un monoplano ad ala bassa monoposto, e utilizzava un propulsore radiale. Dopo i primi prototipi, venne sviluppato con funzioni di cacciabombardiere e velivolo da assalto in picchiata, per sostituire gli ormai obsoleti Junkers JU 87 “Stuka” di fabbricazione tedesca. La versione operativa era armata con mitragliatrici e con bombe agganciate sotto le ali e sotto la fusoliera.

Le prime consegne ai reparti di questo velivolo avvengono alla fine del 1942, ai gruppi 102° e 101° del 5° stormo b. a t. (bombardamento a tuffo) della Regia Aereonautica.

L’episodio

Quando avviene lo sbarco degli alleati in Sicilia il 10 luglio 1943, il 102° del giovane maggiore (28 anni) Giuseppe Cenni ha già finito il ciclo d’addestramento ed è dal 25 maggio all’aeroporto di Tarquinia, nella ex base della divisione paracadutisti “Folgore”, che era stata distrutta nella battaglia di El Alamein e della divisione paracadutisti “Nembo”, appena trasferita parte in Friuli e parte in Sardegna. Proprio a Tarquinia ha completato l’organizzazione del gruppo e ha approfondito la confidenza dei suoi piloti con il mezzo e con le tattiche di assalto al suolo.

Il 10 luglio, giorno successivo all’avvistamento della flotta Alleata in avvicinamento alla Sicilia, il 102° gruppo è immediatamente trasferito a Crotone, raggiunto da altri dodici velivoli del 101° gruppo, provenienti da Lonate Pozzolo.

Il contesto operativo era a dir poco sconfortante: i pochi aerei italiani (e tedeschi) avevano di fronte migliaia di navi e mezzi da sbarco, potentemente armate con ogni tipo di arma antiaerea, difese da palloni frenati di sbarramento e sorvolate e protette da molte centinaia di caccia di scorta americani e britannici.

Nella prima azione del 10 luglio 1943, sopra la rada di Augusta, cade subito il Comandante di Stormo, colonnello Guido Nobili, dopo aver urtato il cavo di sostegno di un pallone aerostatico di sbarramento, insieme ad altri tre piloti abbattuti dalla caccia nemica e dalla contraerea.

1943, Reggiane RE.2002 della 239a squadriglia (102° gruppo, 5° stormo) schierati, molto probabilmente, presso l’aeroporto di Tarquinia.

Il 13 luglio, undici RE.2002 vanno all’attacco di navi, lungo la costa tra Augusta e Siracusa: una bomba da 250 Kg. colpisce la corazzata britannica Nelson nella zona di prua, davanti alla prima torre dei cannoni da 406 mm. La nave è costretta a rientrare a Malta. Due nostri velivoli sono abbattuti, altri sono coinvolti, dopo l’atterraggio a Crotone, in un violentissimo bombardamento alleato.

Il 19 luglio, quindici RE.2002 attaccano navi alla fonda, dinanzi ad Augusta: sei velivoli vengono abbattuti da caccia nemici.

I primi di settembre, quando mancano pochi giorni all’annuncio dell’armistizio, peraltro già firmato proprio il giorno 3, viene ordinato ai superstiti di contrastare lo sbarco alleato in Calabria.

Il Maggiore Cenni

Il 3 settembre, quindici RE.2002, scortati da 7 Macchi C.202 e da 16 Macchi C.205, attaccano mezzi da sbarco e truppe, nella zona tra Archi e Reggio Calabria. Il giorno dopo, vi ritornano diciassette RE.2002, con la stessa scorta: nel combattimento ingaggiato con gli Spitfires, è abbattuto il RE.2002 del maggiore Giuseppe Cenni, succeduto a Nobili nel comando del 5° stormo, con altri due piloti. Alla Sua memoria, sarà conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Epilogo

L’8 settembre, quel che resta del 5° stormo si trasferisce all’aeroporto di Manduria, con 24 velivoli. In due mesi di operazioni sono andati perduti ben 32 RE.2002, dei 56 in carico: una ventina, abbattuti da caccia nemici o da reazione contraerea, i restanti distrutti per incursioni sui campi, o perduti in incidenti di volo.

Gli aerei del 5° stormo hanno affondato tre navi: la nave ospedale Talamba, il 13 luglio al largo di Avola, i cargo Fort Pelly, il 20 luglio ad Augusta e Fishpool, il 26 luglio a Siracusa e colpito la corazzata Nelson e due navi da trasporto.

I ricordi di mio padre Massimo, allora stupefatto quattordicenne, vagano nel descrivere le parabole e le acrobazie che gli aerei da soli o in formazione compivano sulle piane, sulle spiagge e sull’aeroporto di Tarquinia, traiettorie con le quali i giovani piloti familiarizzavano con le nuove macchine e con le tattiche di bombardamento in picchiata. Le successive e miserema sorti di questo manipolo di disperati, mandati allo sbaraglio contro forze soverchianti, rimangono a testimoniare l’assurdità della guerra e l’imbecillità umana.

Oggi l’unico esemplare esistente di RE.2002, ricostruito a partire da pochi frammenti, è esposto presso il Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle.

Stefano Celletti