Riceviamo e pubblichiamo
“…perchè a vent’anni è tutto ancora intero, perchè a vent’anni è tutto chi lo sà, a vent’anni si è stupidi davvero quante balle si ha in testa a quell’età…” cantava un poeta italiano, con la malinconia di chi ricorda con orgoglio di aver pagato sulla propria pelle il prezzo di avere ideali e valori insindacabili non in vendita.
Poco dopo i vent’anni anche io, come tutti, mi sono trovato inevitabilmente a dover affrontare le nuove sfide della vita: la ricerca di un lavoro, il voler essere economicamente indipendente, voler costruire un futuro per me e per la mia nascente famiglia.
Ero fiducioso di poter trovare tante opportunità nel mio paese, vista la risaputa ricchezza, il bellissimo mare ed il relativo turismo, la fortuna del vivere in campagna che tanto ci invidiano nelle città, i tanti posti di lavoro qualificato che potrebbe creare Vulci…
Da subito mi sono spiacevolmente reso conto che le mie erano solo belle illusioni, “balle che avevo in testa a quell’età”: le opportunità per un giovane a Montalto erano e sono regolate da scambi, accordi ed amicizie, clientelismo, viscide pacche sulle spalle, telefonate a bassa voce, falsi sorrisi.
Le ricchezze che credevo essere un trampolino di lancio ridotte a bacino di voti, subdoli ricatti, riservate ad una ristretta cerchia di amici sempre consenzienti.
Ho cercato nel mio piccolo di oppormi a questo e a tutte le altre problematiche note a tutti, frequentando, non senza qualche iniziale perplessità, le allora carbonare riunioni dell’opposizione montaltese, distante da me anni luce per quanto riguarda l’appartenenza politica a livello nazionale, quando ancora serpeggiava la paura di farsi vedere, metterci la faccia, provare a ribellarsi.
Mi ritrovai nel periodo di creazione di “Noi di Montalto e Pescia”, che funzionò per alcuni mesi: iniziai a frequentare i grotteschi consigli comunali, che furono per me fondamentali per comprendere cosa è successo a livello di bilancio negli ultimi anni, conobbi gli esponenti di maggioranza e opposizione, iniziai a capire cosa c’è dietro le quinte del nostro comune.
Poi successe qualcosa: le riunioni iniziarono a diventare improduttive e basate esclusivamente su critiche all’amministrazione, iniziarono inoltre, con l’avvicinarsi progressivo delle elezioni, a crearsi problemi di leadership, protagonismo, visibilità, candidature.
Alle persone in cui avevo riposto la mia fiducia cadde la maschera una prima volta nel periodo del referendum: a favore del nucleare da sempre, trasformatisi in antinuclearisti perchè era quello che volevano sentirsi dire la maggioranza dei cittadini, e via alla caccia alla foto o all’articolo sul giornale per ottenere visibilità, sempre con un grande sorriso sulle labbra.
Sulle ipotetiche candidature e sulla direzione del gruppo ci fu poi la prima separazione: una delle due identità che si erano create non conquistò la leadership del “direttivo” e molto democraticamente decise di andarsene non accettando il verdetto. Prima grande delusione…
“Noi di Montalto e Pescia” andó avanti inizialmente più forte e convinta di prima: organizammo il riuscitissimo convegno sull’autostrada e proponemmo soluzioni sui problemi individuati di volta in volta.
Ma anche questo “nuovo corso” col tempo perse vigore per gli stessi motivi del vecchio: la politica con la p minuscola, pensare ai numeri e non alle proposte, ambizioni personali; tutto questo rallentò nuovamente ogni iniziativa.
A questo punto, come succede quando un forte rumore ci sveglia all’improvviso, la decisione: lasciare i politici di professione, ritornare al sentimento che originó tutto:
voler essere parte del cambiamento che vorremmo vedere nel mondo, per dirla alla Ghandi, in questo caso nel mio e nostro paese, resettando tutto e riniziando da capo, mettendo alla base del progetto le IDEE, il cambiamento, le personi comuni, svincolandosi dai politicanti e dalla loro forma mentis.
Questa decisione puó essere considerata una pazzia, non capita o approvata da qualcuno, ma è l’unico modo che conosciamo e che rimane per restituire Montalto e Pescia ai suoi cittadini, con tutto l’alone di follia che questa scelta porta con sè, perchè “se un uomo non lotta per le proprie idee, o le sue idee non valgono niente, o non vale niente lui…”
Per questo abbiamo proposto a voi “CITTADINI UNITI”, sottolineando l’ideale di partenza del nostro percorso già nel nome: cittadini, non politici, uniti, a differenza di quello che sta cercando di fare qualcuno.
Sono le persone con tanta voglia di fare e tanto coraggio a dover essere il futuro di Montalto e Pescia, non chi risponde a qualcun’altro al di sopra di lui, referenti regionali, nazionali o provinciali che siano.
Non chi, come ha detto qualcuno “…convoca riunioni dove si decidono coalizioni, regole del gioco, strategie…”, ma neanche chi si è autoeletto con infinita superbia re, principe o salvatore della patria, con tanto di paggetti al seguito.
Questa è la mia, la nostra idea, il mio, il nostro, sincero sfogo.
Se vi ritrovate in queste parole, se volete un costruire un’alternativa, vi aspettiamo a braccia aperte…
Un ventenne come tanti, un cittadino