Sono oramai ampiamente e tristemente note le drammatiche condizioni in cui versano i mari di tutto il pianeta a causa della presenza, ad ogni latitudine, di rifiuti in plastica e altra immondizia non biodegradabile. Una presenza che, producendo inquinamento, entra giocoforza nella catena alimentare degli esseri viventi che popolano i mari e che, alla fine della giostra, ritorna verso coloro che hanno innescato questa tremenda nemesi: l’umanità, noi stessi.
Oltre la nefasta incidenza biologica di questo tipo inquinamento c’è anche un aspetto che, forse, è minoritario rispetto alle gravi problematiche che coinvolgono gli aspetti sanitari del problema ma, non per questo, può passare inosservato o non considerato.
Si tratta di decenza, o meglio di dignità individuale e personale, ovvero il disagio di recarsi al mare e sdraiarsi sul telo da spiaggia e trovarsi circondati da generica frazzumaglia di PVC, poliacrilati, derivati dello stirene, ecc…
Dalla dichiarazione spontanea di una delle tante persone che frequentano le nostre spiagge libere – dal Porticciolo a San Giorgio, passando per le Saline – che ha manifestato l’intenzione di portare, insieme alla tipica attrezzatura da spiaggia, anche un rastrello e una busta per raccogliere un po’ di plastica nei paraggi per “non vederla più”, nasce una proposta da girare a qualsiasi Amministrazione competente per territorio e autorevole sul piano morale: distribuire lungo le spiagge libere e frequentate (e incustodite) del litorale tarquiniese delle semplici postazioni attrezzate di contenitore per buste dell’immondizia e un rastrello a disposizione per chiunque senta la necessità visiva ed etica di pulire/pulirsi un pezzetto di arenile dalle plastiche e dai rifiuti che lo circondano.
Una raccolta spontanea e volontaria che non obbliga e non premia nessuno ma che, per alcuni, sarebbe l’opportunità di contribuire ad eliminare ciò che turba occhi e coscienza aiutando così, con un piccolo gesto, il ripristino dello stato di salute del vasto, ma anche nostro, mare.
I particolari tecnici e i dettagli finanziari di un simile intervento rientrano all’interno di fatti amministrativi davvero minimi ed ininfluenti dal punto di vista dei bilanci; la “durabilità” delle attrezzature è affidata alla pubblica fede; la volontà, se c’è, non deve essere soggetta a speculazioni di nessun ordine. Restiamo a disposizione, come Redazione, di chiunque voglia interessarsi alla proposta per provare a renderla, in qualche modo, attuabile.
La Redazione