Riceviamo e pubblichiamo
Il 16 maggio oltre 50 persone hanno varcato l’ingresso del Museo Archeologico Nazionale di Tuscania per partecipare al secondo appuntamento con “Lo sguardo e l’oggetto. Dialoghi intorno all’arte”, ciclo di incontri organizzato dalla Delegazione FAI di Viterbo in collaborazione con la Fondazione Etruria Mater.
Un’avvincente full immersion nella cultura femminile etrusca, potrebbe definirsi così la lectio magistralis tenuta da Maria Donatella Gentili, cattedratica di Etruscologia e Antichità Italiche presso l’università di Roma Tor Vergata. Titolo dell’incontro: “Il sarcofago delle Danaidi. Cultura e valori morali di una matrona etrusca”.
Lanifica et domiseda, doveva essere così la donna per i latini: destinata a filare la lana tra le mura domestiche. Sottomessa al marito e chiusa in casa era, del resto, anche la donna greca. Chi, per esempio, non ricorda la Penelope di Ulisse?
Non era così per le donne etrusche, invece. All’occorrenza libere di vestire in modo spregiudicato, oppure sedute tra gli uomini a vedere giochi sportivi e spettacoli; poi sullo stesso kline (letto) del marito durante i banchetti conviviali. A queste antiche donne – antiche e moderne verrebbe di dire – neppure l’istruzione, non l’accesso ai fatti della cultura era negato, anzi.
E per rendersi conto del ruolo preponderante della donna nella società etrusca può bastare la conoscenza di un solo oggetto, a patto che si tratti di un oggetto speciale spiegato da una vera esperta di antichità quale è la professoressa Gentili; può bastare la cassa di un sarcofago in nenfro magistralmente scolpita da una bottega di artigiani locali su committenza di una donna, sì, di una donna, per l’esattezza di una matriarca etrusca del IV secolo a. C.! Colta e appassionata di cultura greca, ella fece scolpire sui lati della sua arca alcune scene tratte dalla trilogia eschilea delle Danaidi. Le Danaidi, appunto: cinquanta mitiche sorelle che ebbero la forza di opporsi al volere di chi imponeva loro un matrimonio non libero.
Il prossimo appuntamento con “Lo sguardo e l’oggetto. Dialoghi intorno all’arte” sarà sabato 13 giugno alle ore 17.00 presso il Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz, a Viterbo. Oggetto dell’incontro sarà una statua fittile raffigurante la dea Demetra. A illustrare la statua sarà Maria Gabriella Scapaticci, funzionario della Soprintendenza per i Beni dell’Etruria Meridionale.