di Marco Vallesi
In un recente comunicato stampa che abbiamo potuto leggere su altre testate on-line (es. qui) – la nostra, com’è noto, è stata esclusa dall’indirizzario della segreteria per esplicita disposizione del sindaco – siamo riusciti ad apprendere che l’assessore al turismo Celli si è dato da fare con un “progetto” di “apertura” di alcuni monumenti tarquiniesi i quali, normalmente, sono chiusi.
L’assessore, nella sua nota, parla di “lungimiranza” relativamente all’iniziativa intrapresa evitando, però, di sottolineare che la stessa è stata avviata nell’estate dell’ultimo anno del suo mandato quinquennale e quindi, data la tempistica, la presente “lungimiranza”, se può trovare un significato lo trova solo ed esclusivamente nell’ambito di una ammorbante pre-campagna elettorale che, prevedibilmente, si protrarrà sino alla scadenza delle amministrative della prossima primavera.
Ma c’è di più.
Sempre nella nota, l’assessore informa i lettori che “Il progetto colma questa gravissima lacuna (i monumenti chiusi ai visitatori… NdR) per una città d’arte…”.
E noi ci chiediamo: com’è possibile che l’assessore Celli si sia accorto solo in questi tempi dell’esistenza della “gravissima lacuna”? Negli ultimi quattro anni non ha abitato a Tarquinia? Non ha frequentato il centro storico e i suoi angoli caratteristici?
Ché non abbia mai letto i nostri vecchi articoli sull’impraticabilità dei monumenti? Il sindaco, forse, non gli ha fornito le stampate cartecee dei testi?
Oppure, ché non abbia ben udito ciò che, sin dalla prima ora dopo la sua elezione, lo scrivente ed altre persone, gli avevano suggerito a proposito della opportunità di aprire stagionalmente, con orari ben studiati, i principali siti monumentali del centro storico?
Domande, questioni, dubbi e dilemmi a cui dobbiamo aggiungere, a futura memoria, quelli parimente irrisolti e già ampiamente segnalati: a partire dal trionfo degli strafalcioni contenuti nella ormai famosissima e famigerata prima edizione della“guida turistica” (qui, qui, ed anche qui…), passando per le fregnacce storiche ( qui e qui) riportate sui tanto celebrati cartelli della segnaletica turistica, per arrivare all’attualità delle ore 15,30 di domenica 7 agosto 2011, momento in cui, uno sbigottito turista residente, è stato costretto a prestare assistenza ad un altro turista di passaggio il quale, invano, cercava di penetrare con una certa urgenza tra i ponteggi allestiti nel cantiere in opera presso la barriera S. Giusto per tentare di leggere l’orario dei treni affisso dietro la struttura di tubi e lamiere. A quell’ora l’Info point era chiuso, così come erano chiuse la tabaccheria e l’edicola, attività queste ultime che, di solito, gratuitamente, volontariamente e frequentemente, sopperiscono a casi del genere.
In quel contesto, nessuno, né l’assessore né gli addetti alle informazioni, si sono preoccupati di esporre un foglio, una fotocopia o qualsiasi altro supporto riportante gli orari di Trenitalia in un luogo visibile e accessibile. Ancora oggi, 14 agosto 2011, le foto scattate alle ore 16.49 nello stesso posto, mostrano la stessa situazione di una settimana fa
Ma basta così.
Per ora, accaldati, affranti e sconcertati non andiamo oltre e chiudiamo parafrasando una famosa, sarcasticamente amara, strofa da “Emozioni” di Lucio Battisti:
Tu chiamale, se vuoi, promozioni...