Riceviamo e pubblichiamo
Come c’era da aspettarsi, il no del Ministero dell’Ambiente al tracciato verde per il completamento della superstrada Monteromano – Tarquinia nella Valle del Mignone ha messo in moto le allarmate reazioni di coloro che avevano finora sottovalutato le osservazioni e le critiche dei cittadini, dei comitati e delle associazioni ambientaliste a quel progetto di ANAS che, come ormai ha riconosciuto anche la commissione ministeriale di valutazione di impatto ambientale, non può essere localizzata in un ecosistema tanto fragile e prezioso da essere riconosciuto come Zona a protezione speciale, Sito di Importanza Comunitaria, (Rete Natura 2000) tutelato dalla direttiva europea Habitat.
Evidentemente ad un politico di lungo corso come Fioroni (in carriera parlamentare da 20 anni e 273 giorni) tali caratteristiche non sembrano sufficienti ad evitare una colata di cemento ed asfalto nella migliore tradizione delle grandi opere che sempre più, negli ultimi anni si stanno rivelando pessimi affari dal punto di vista dei costi e dei tempi di realizzazione e spesso validi pretesti per le indagini della magistratura.
Ma nella sua uscita pubblica di domenica sulla stampa locale, l’intramontabile Fioroni non mostra molta coerenza nella sua analisi. Mentre attribuisce non meglio chiarite responsabilità per lo stop al progetto “a quelle forze contrarie a tutto e al contrario di tutto” dimentica totalmente (e ciò per un politico di così lungo corso rappresenta una imperdonabile sbadataggine se non fatta in malafede) che il parere negativo al tracciato verde nella valle del Mignone è stato espresso non dai cittadini e dai comitati locali (che pure hanno viste pienamente riconosciute le ragioni che invocano ormai da due anni) ma dal massimo organo competente nazionale in materia di valutazione ambientale che è la Commissione Tecnica di Verifica di Impatto Ambientale; tale Commissione (che peraltro lavora per il suo governo), costituita da circa 50 tecnici di caratura nazionale con competenze molto specifiche sull’argomento, ha esaminato lungamente e nel dettaglio l’intero progetto ANAS per ben due anni, probabilmente a differenza di quanto fatto dall’on.le Fioroni, che non ci risulta essere neppure mai stato nella valle del Mignone a vedere lo scempio che si stava per compiere.
Allo stesso modo Fioroni cita il parere ritenuto favorevole rilasciato dalla competente Regione Lazio; ebbene anche in questo caso i termini e le parole sono molto importanti: infatti nella sua relazione, la Direzione Regionale Ambiente della Regione Lazio evidenzia numerosissime incongruenze, lacune e inadempienze da parte di ANAS tanto da affermare nelle CONCLUSIONI della sua analisi come “contrariamente a quanto affermato da ANAS non possano essere escluse potenziali cirticità su specie ed habitat di interesse comunitario nei termini descritti e che quindi sia necessario procedere alla Fase 2 della procedura di valutazione di incidenza prevista dalla linee guida comunitarie (Valutazione Appropriata)”
Senza contare che il documento della Direzione Regionale Ambiente regionale rappresenta un parere interprocedurale utile solo a supportare l’unico parere definitivo che è rappresentato appunto da quello negativo della Commissione Ministeriale VIA.
All’On.le Fioroni poi vogliamo chiedere il motivo per cui tanto zelo e tanta smania di approvare questa grande opera non li abbia riservati alla messa in sicurezza dell’attuale unica strada che collega Monteromano a Tarquinia: quella disastrata Aurelia bis su cui da decine di anni continuano a verificarsi incidenti spesso mortali e che nessun politico, tantomeno l’ANAS, ha mai sentito il dovere di mettere in sicurezza. E ciò è ancor più riprovevole da parte di un parlamentare che appartiene a questo territorio e lo conosce bene.
E allora chiediamo a Fioroni invece di inseguire il Ministro Delrio e il Presidente Gentiloni per forzare una decisione nociva e sbagliata che ha già visto il parere negativo nella valutazione del Ministero dell’Ambiente, nei tempi che ora si dilateranno notevolmente per valutare nuove soluzioni al tracciato, di lavorare subito alla messa in sicurezza della Aurelia Bis per dare ai cittadini quella sicurezza che da troppi anni manca su questo asse viario.
Nei prossimi giorni chiederemo ufficialmente che la SS1 Bis venga messa in sicurezza subito, raccogliendo le firme di tutti coloro che vorranno sottoscrivere tale mozione. L’incidentalità di questo tratto stradale, dati alla mano, è ormai impossibile da trascurare, e nessuna promessa di una superstrada potrà mai sostituire il pericolo che corrono ogni giorno i nostri cittadini costretti a stare su quella strada mortale senza che Anas, così come tutta la politica locale se ne senta responsabile.
Infine, viste le sue preoccupazioni sul rischio di perdita di finanziamenti per l’opera, dedichi un po del suo tempo e del suo lavoro a riflettere sullo spreco di ben due milioni di euro (a tanto ammonta il finanziamento erogato ad ANAS per realizzare il suo progetto affossato ormai dal Ministero dell’Ambiente) in un opera dannosa per l’ambiente. I territori, a cui mancano cronicamente e drammaticamente le risorse per mettere in sicurezza strade, fiumi, valli, argini edifici pubblici ecc. gliene saranno grati.
Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia