Riceviamo e pubblichiamo
In merito alla recente apertura della conferenza dei servizi sulla realizzazione della SS Orte – Civitavecchia che deciderà sul destino della valle del Mignone ma anche sul futuro economico, turistico e commerciale della città di Tarquinia, le recenti esternazioni sui mezzi di comunicazione di alcuni rappresentanti della Provincia di Viterbo, della Regione Lazio e di sigle di organizzazioni sindacali impongono precise puntualizzazioni.
In primis il consigliere provinciale Maurizio Palozzi, che ha rappresentato la Provincia di Viterbo alla conferenza dei servizi. E’ stato scelto come paravento dal presidente della provincia di Viterbo Mazzola per tentare di nascondere l’ambiguità del suo comportamento bifronte che come sindaco di Tarquinia, pressato dalla unanimità dei cittadini, ha espresso parere negativo al tracciato verde proposto da ANAS mentre come presidente dell’assise provinciale assumeva una più comoda posizione di assenso per disciplina di partito.
A seguire il consigliere regionale Enrico Panunzi, anche lui compagno di partito di Mazzola, mai recatosi sul territorio di cui si dibatte e mai presente ad alcuno degli incontri tenutisi ufficialmente tra cittadini, ANAS, comitati, associazioni ed amministratori comunali.
Ebbene entrambi nelle dichiarazioni di rito dopo la prima giornata della conferenza tentano di accreditarsi come referenti del territorio riferendo ai mezzi di comunicazione che sarebbero state ascoltate le istanze dei cittadini e che questa è la strada giusta per proseguire i lavori.
Nulla di più falso: tutti i comitati presenti sul territorio, i cittadini di Tarquinia e le Associazioni ambientaliste che hanno presentato le osservazioni previste dalla legge pur con differenti valutazioni e soluzioni proposte, hanno sempre e comunque manifestato unanimemente il fermo rifiuto del tracciato verde proposto da ANAS che devasterebbe irrimediabilmente l’ambiente incontaminato e l’economia della valle del Mignone.
Leggere quindi che “il consigliere regionale Panunzi ha lavorato (sic…) affinchè il territorio con le proprie esigenze fosse ascoltato” ci fa legittimamente dubitare su quanto il delegato regionale del territorio abbia realmente letto, studiato e compreso – come sarebbe stato suo preciso dovere – sia la documentazione del progetto ANAS sia le complesse osservazioni scritte e depositate dai cittadini dalle associazioni e dai comitati in merito all’opera.
Oppure ridurre le osservazioni puntuali e complesse elaborate dai Comitati, dai cittadini e dalle Associazioni nella documentazione depositata presso i ministeri competenti ad “istanze degli agricoltori affinchè non vengano divisi i loro fondi con gli attraversamenti” rende chiaro lo scarso interesse e la scarsa conoscenza del territorio e dei suoi problemi da parte di coloro che forse da troppo tempo non escono più dai “palazzi”.
Leggere che Palozzi (peraltro non eletto da nessuno come rappresentante di quelle Province che in Italia sembra davvero impossibile abolire) dichiari che “l’apertura che avevamo richiesto c’è stata” ci fa domandare a quali misteriose aperture si faccia riferimento e quando ed in che sede siano state chieste e di conseguenza dove e quando risultino accolte.
Quanto al consigliere regionale Sabbatini poi, si legge nelle sue dichiarazioni che considera l’opera “strategica non solo per la Tuscia e il Lazio ma per tutto il Paese. La conferenza dei servizi è stata positiva ed è apprezzabile l’impegno assunto di prendere in considerazione le osservazioni delle comunità locali sul progetto della trasversale. Sarebbe un peccato infatti portare a termine l’opera senza aver ascoltato i territori”.
Ricordiamo al consigliere che recepire le osservazioni al progetto da parte dei rappresentanti dei territori è un atto semplicemente dovuto dalla normativa e non rappresenta alcun titolo di merito nè una concessione fatta ai cittadini. Quanto all’ascolto dei territori il rifiuto di ieri del Ministero delle infrastrutture di voler concedere una audizione preliminare alla conferenza dei servizi richiesta formalmente dai cittadini e dalle associazioni, la dice lunga sul presunto clima di ascolto sbandierato unicamente come vuota propaganda dalle istituzioni.
Il Segretario della UIL Giancarlo Turchetti poi partecipa con altri alla celebrazione della presunta “miniera d’oro” che sarebbe rappresentata dalla trasversale che dovrebbe portare ricchezza e benessere a Tarquinia. Ebbene si tratta di un film già visto dai cittadini di Tarquinia con la disastrosa gestione del tracciato autostradale della Tirrenica che, oltre ad aver sottratto alla libera e gratutita circolazione dei cittadini una strada da sempre pubblica come la SS Aurelia e ad aver trasferito il grosso carico del traffico locale su complanari del tutto inadeguate a smaltirlo, sta condannando, con la pessima collocazione degli svincoli di accesso, il paese ad un inesorabile isolamento eliminando di fatto tutto quel turismo e quel traffico commerciale di prossimità che con i vecchi accessi della SS Aurelia arricchiva la città di Tarquinia. Ebbene la storia si ripete: a chi parla superficialmente di arricchimento ricordiamo che la trasversale, così come è progettata, rappresenterà solamente una ennesima servitù del territorio ad altri interessi e che, la mancanza di svincoli per Tarquinia e la lontananza dal paese farà si che le merci ed il turismo viaggeranno forse più veloci ma solo per arricchire altri territori, contribuendo all’ulteriore isolamento che sta condannando al declino la nostra città.
Consigliamo pertanto a tutti gli estemporanei sostenitori istituzionali di questa devastante grande opera che poco o nulla frequentano il territorio che dovrebbero invece tutelare, di partecipare senza paura in mezzo ai cittadini alle decisioni da prendere in difesa degli interessi e dell’ambiente che dovrebbero invece difendere.
Mai avere paura della democrazia vera e del confronto con il proprio territorio.
Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia