Riceviamo e pubblichiamo
In questi giorni stiamo assistendo a una corsa, peraltro scomposta ed improvvisata, di vari soggetti politici che improvvisamente sentono l’urgenza di comunicarci quanto siano attaccati al territorio di Tarquinia, peccato che naturalmente nessuno ha mai avuto il piacere di incontrarne nessuno nelle numerose occasioni di dibattito pubblico relativo alla localizzazione della SS Orte-Civitavecchia. Stavolta è il turno del segretario provinciale PD Andrea Egidi.
Si apprende così, da un altro grande assente nell’acceso dibattito pubblico fra i cittadini di Tarquinia, unanimemente contrari alla localizzazione della superstrada nella incontaminata valle del Mignone, che il lavoro della politica c’è stato e “il più delle volte in modo silenzioso. Lo stesso consigliere Enrico Panunzi ha lavorato sottotraccia permettendo oggi un rapporto tra territorio, regione, Anas per migliorare la situazione anche sotto il profilo del progetto con l’ANAS i rapporti vanno tenuti”.
Lo mette nero su bianco il sig. Egidi, loro si muovono sottotraccia, senza partecipazione né trasparenza, sarà per questo che non l’abbiamo mai visti; perché i tanti fan del progetto Anas preferiscono avere a che fare con quest’ultima piuttosto che con i cittadini; perché i dipendenti della politica non possono non difendere i progetti che la stessa decide di tenere a battesimo, e non possono permettere che sia il territorio a decidere in maniera partecipata dove far passare un tracciato di una superstrada, meno che mai se farla passare o meno.
Aggiunge poi il segretario Egidi :”sul tracciato verde si sta verificando fattibilità e concretezza. E’ in corso un dibattito col territorio che può dare il suo contributo”.
Ebbene, forse anche questo dibattito col territorio è un po’ troppo “sottotraccia”, e se di dibattito si può parlare è certamente tardivo. Questi politici dell’ultima ora, che oggi dibattono a mezzo stampa, non hanno avuto nulla da dire quando all’inizio di questa vicenda (agosto 2015) i cittadini erano soli a studiare attentamente le carte del progetto Anas per presentare, corpose e dettagliate osservazioni nei termini di legge, per contestare la metodologia scorretta con cui si vuole localizzare un nastro si asfalto e cemento lungo 18 km in uno degli ultimi polmoni verdi rimasti nella nostra regione, in piena ZPS (Zone di Protezione Speciale).
Allora, quando essere in tanti a partecipare al dibattito poteva avere un peso nell’iter d’approvazione, quando conoscere il progetto e le sue conseguenze avrebbe dimostrato un reale interesse per il territorio, tutti coloro che oggi spendono parole hanno preferito tacere. Un giochino vecchio come il mondo, a cui la politica ci ha ormai abituato: si parla a giochi già fatti, quando si può dire tutto e il contrario di tutto senza spostare la sostanza di una virgola, tanto le parole se le porta via il vento, in questo caso l’asfalto e il cemento.
Per Egidi, come per tutti gli altri, il consiglio è il medesimo: se volete davvero dare voce al territorio lo dovete conoscere; se volete scegliere per il territorio dovete rispettare il volere di chi lo vive.
Comitato per il diritto alla Mobilità di Tarquinia