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Torna a Marroneto la tradizione del Carnevale Morto, la singolare rievocazione che unisce tradizione e satira in un corteo funebre simbolico: l’evento, in programma alle 16 in piazza Padella, affonda le sue radici nella cultura popolare locale, segna la fine del Carnevale e l’inizio del periodo quaresimale attraverso una rappresentazione teatrale collettiva
Una tradizione unica nel suo genere
“Il Carnevale Morto di Marroneto è un Carnevale non convenzionale – spiega Serena Balducci, assessora al turismo di Santa Fiora – nel senso che non ci si deve aspettare la classica festa con maschere e coriandoli, ma un evento goliardico legato alla tradizione, unico nel suo genere e profondamente radicato nel territorio.” Balducci sottolinea anche il passaggio generazionale che ha permesso alla manifestazione di conservarsi nel tempo: “I giovani del paese hanno raccolto il testimone dai figuranti storici, mantenendo viva una rappresentazione che è parte dell’identità di Marroneto.”
Il rito della messinscena
L’evento segue un copione consolidato: il Carnevale, impersonato da un giovane ben vestito, si intrattiene in festa con la sua compagnia, tra cui il Gaudente. Ai margini del corteo, i gobbi, vestiti di stracci, rappresentano la parte più umile del popolo. Il corteo percorre le vie del borgo fino a quando il Carnevale, improvvisamente colto da un malore, cade a terra agonizzante. Dopo l’inutile intervento del dottore e l’estrema unzione del prete, il notaio legge il testamento, spesso ricco di riferimenti satirici alla vita politica e sociale locale. A seguire, il ballo dei gobbi introduce la marcia funebre, in cui un fantoccio sostituisce il Carnevale e viene portato in processione fino al rogo finale in piazza, concludendo così la rappresentazione.
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