Toscana in rivolta per la decisione di Poste Italiane di chiudere vari uffici postali in realtà del territorio. Pronta la reazione dei sindaci che manifestano la propria contrarietà: “Mossa incomprensibile, decisione assurda, quella di Poste Italiane di chiudere l’ufficio postale di Talamone. – spiega il sindaco di Orbetello, Monica Paffetti – Un scelta che arrecherà numerosi disagi ai residenti della frazione di Talamone. Gli utenti saranno costretti a andare fino a Fonteblanda, ad Albinia e Orbetello. Stessa sorte toccherà anche ai numerosi turisti che ogni estate, da anni, hanno scelto di passare le proprie vacanze nelle strutture ricettive talamonesi”.
“Avevamo già espresso la nostra contrarietà – continua – quando Poste Italiane aveva optato per l’apertura frammentaria e orario ridotto ma il nostro appello era caduto nel vuoto. Un timore che immagino condiviso anche da sindacati e lavoratori, è che questa politica di tagli spacciata per razionalizzazione delle risorse, avrà senza dubbio delle grosse ricadute anche sul piano dell’occupazione. Siamo profondamente delusi; ci auguriamo che Poste Italiane possa tornare su sui passi al più presto.”
Reazione simile quella di Romina Sani, sindaco di Cinigiano: “La chiusura dell’ufficio postale è la cessazione di un servizio pubblico che, per una piccola comunità come quella di Monticello Amiata, significa perdita di autonomia e disagio. Comprendiamo la necessità di ottimizzare i costi di gestione della rete di Poste, ma non è possibile sottovalutare la funzione fondamentale di presidio che i servizi postali esercitano dal punto di vista della coesione sociale, economica e territoriale, soprattutto, nelle aree più periferiche, soggette a maggiore isolamento”.
“Chiediamo, dunque, a Poste Italiane di rivedere la decisione di chiusura dei piccoli uffici – conclude il sindaco – ed elaborare una strategia, in collaborazione con i Comuni interessati dai tagli, che sia la giusta sintesi tra economia e accesso ai servizi”.