Riceviamo e pubblichiamo
Spartaco Compagnucci, Riccardo Colotti e tanti altri personaggi di un passato che, in molti, mai avevano sentito raccontare in maniera così fedele e coinvolgente: la Banda del Racconto di Viterbo – Pietro Benedetti, Alfonso Prota ed Antonello Ricci, con introduzione di Marco D’Aureli – hanno strappato applausi ed apprezzamento al pubblico tarquiniese, confermando il successo di Theatre&Wine.
La kermesse dell’Università Agraria di Tarquinia spazia ormai dal racconto cartaceo a quello teatrale, con sotante fortuna di pubblico ed apprezzamento critico: diversamente non poteva essere, venerdì scorso, alla Sala Sacchetti della Società Tarquiniense d’Arte e Storia, visto che in scena andavano interpreti di primo livello, abilissimi nel trasporre in parole e versi i risultati di un’attenta ricerca storica. Mantenendo di fatto in vita gli uomini che quella storia l’hanno, nella loro quotidianità, scritta: perché quando una persona muore, tramite la sua parola ne resta vivo il ricordo; ma se la parola muore, muore anche il ricordo stesso.
Un’ora di emozione, in un’atmosfera a tratti quasi magica, condita dall’ascolto di due brani di una conversazione che la Banda aveva avuto con Spartaco nel 2011: la voce di Checchibronzi nel silenzio della sala è stato un momento speciale, come quello in cui sua nipote Cinzia ha letto due tra le più emozionanti poesie di Compagnucci.
“Tenere vive storia e tradizioni è un compito importante e delicato – spiega Alberto Blasi, assessore dell’Università Agraria di Tarquinia – siamo lieti come Università Agraria di ospitare la Banda del Racconto, che a questa missione si dedica con dedizione e capacità”.
Al termine dello spettacolo, in una improvvisata osteria che intendeva ricreare l’ambientazione dello scorso secolo, i presenti hanno potuto quindi degustare il vino rosso della Tenuta Sant’Isidoro, con la guida dei sommelier della FISAR – Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori.