“Oggi, per me e per chi crede e ha fiducia nel progetto che stiamo proponendo, riparte la competizione”: lo aveva già anticipato, ma è arrivata oggi la conferenza stampa di presentazione ufficiale di Gianni Moscherini come candidato sindaco a Tarquinia in vista delle elezioni del maggio prossimo.
Dopo l’esperienza di due anni fa, in cui rappresentava la grande novità, ora a breve distanza una nuova occasione elettorale, in cui Moscherini rilancia la corsa su nuove basi: non potrà più far battaglia critica sui dieci anni dell’amministrazione Mazzola o sfruttare la sorpresa dei progetti lanciati due anni fa, ma allo stesso tempo è ben più inserito nel panorama politico tarquiniese.
“Da oggi, perciò, parte l’appello da parte mia ai cittadini di ogni grado e professione – le parole di Moscherini – per elaborare un programma che invogli, proponga e corregga, per poi partire con le liste civiche. Perché è evidente che nessuno può fare nulla da solo: serve una vera squadra di cittadini: persone che pensano al fare, e non alla bandiera”. In una formula del tutto simili a quella, già proposta due anni fa, con Il Cantiere della Nuova politica, anche se il nuovo nome della lista di riferimento sarà “Tarquinia Capitale dell’Etruria”.
“Perché mi ripropongo? – spiega Moscherini – Perché ho aspettato di vedere se si candidasse qualcuno più bravo di me, ma ventiquattro ore dopo la dimissioni di Mencarini non c’era più nessuno: erano già saliti tutti sul carro di Giulivi; e non per soddisfare i bisogni dei cittadini, ma per la paura di arrivare tardi ad occupare uno strapuntino nella Lega. Ad ogni modo, se dovesse arrivare qualcuno con un curriculum migliore del mio, con competenze e capacità, ben venga: farei con serenità un passo indietro. Anche perchè quello del sindaco è un lavoro stressante: i cinque anni a Civitavecchia sono stati i più faticosi della mia vita, compresa la persecuzione personale”.
Del programma si parlerà nei prossimi appuntamenti, ma parlando Moscherini lancia qualche spunto, in gran parte ripreso dal programma delle scorse elezioni: dall’agroalimentare, con l’idea di un marchio di qualità della produzione etrusca, al turismo, ribadendo l’idea di un porto per piccole navi da crociera, passando per la talassoterapia alle Saline sino ad una Fondazione Tarquinia Capitale dell’Etruria con una sala intitolata ad Omero Bordo come luogo dove si progetti la riscoperta dell’antica Tarquinia.
L’obiettivo della conferenza si sposta, naturalmente, anche sulla politica, partendo da qualche parola sul rivale per ora più accreditato, Giulivi: “Intanto gli auguro un successo migliore di quello che sta avendo con la Lega Zappacosta a Civitavecchia – le prima parole di Moscherini sul tema – Poi, ammetto che la sua scelta mi sia sembrata strana: ha gli elicotteri, come fa a dare il suo tempo per governare una città che esige il tempo pieno, e non quello di risulta. E poi il suo curriculum non è certo il più importante tra quelli dei candidati”.
“Sembra quasi ci sia una staffetta a vita tra lui e Mazzola, – arriva quindi all’attacco dell’ex sindaco – a volte fanno finta di litigare, ma a Mazzola l’ultima volta è andata male: dopo dieci anni da sindaco e da presidente di provincia, ha preso così pochi voti da non risultare nemmeno eletto. Poi da a me del simpatico vecchietto: a parte che io sembro più giovane, nello spirito e nel fisico, e comunque almeno io sono simpatico! Ad ogni modo, gli faccio un appello: la smettesse! Lui e l’arroganza di personaggi che fanno il male della città sono uno dei motivi per cui sono di nuovo candidato”.
Interrogato su Catini e possibili convergenze con Forza Italia (a fine conferenza fa la sua comparsa anche il sindaco di Montalto Sergio Caci, a portare il proprio saluto), Moscherini respinge il concetto di accordi – “è politica vecchia: io dialogo con tutti, ma niente inciuci da riunioncine, non voglio un mercato delle vacche” – quindi entra più nello specifico: “Nelle mie liste ci possono essere tutti, ancor di più chi ha già lavorato nella politica ed a voglia di portare avanti questo progetto. Ad onore di Catini, con cui dialogo, va il merito di non essersi fiondato subito nella lega, come una parte dell’ex maggioranza ha fatto. Lui è stato il principale rappresentante di un gruppo politico importante di questa città, peraltro fatto di giovani, e gli va riconosciuta questa capacità di mettere assieme dei giovani preparati”. Dichiarazione che apre all’ex vicesindaco uno spazio importante, anche per abbassare l’età media di una sala in cui, oggi, si notava l’assenza di forze giovani.
Dopo un ultimo passaggio su San Giorgio – “chiederò presto, da candidato, un incontro al Prefetto per parlargli delle ordinanze di demolizione e per invocare che sia riportata la legalità con l’applicazione della legge 28/80” – in chiusura due ultime battute. “Mi definiscono lo straniero? – rispondendo a qualche attacco dei giorni scorsi – Io mi vedo più un Cincinnato, che fu chiamato a governare Roma per risolvere i problemi e far risplendere la città”. Ed infine: “Giulivi dice che o vince al primo turno o non si presenta al ballottaggio? Io dico altro: se lavoriamo bene sui temi e facciamo bene la squadra, noi saremo costretti a vincere al primo turno!”