(s.t.) Una conferenza stampa fiume, che tocca vari punti – non mancando di accendere qualche discussione – e che inevitabilmente finisce a trattare il nodo chiave: i rapporti con la colazione che supporta Sandro Celli: AreaSx riceve i giornalisti in sede con alcuni suoi esponenti – a parlare sarà Piero Rosati – ed alla presenza del candidato Maurizio Conversini. E l’esordio di Rosati lascia già ben intendere dove finirà la chiacchierata: “A Tarquinia c’è questa cosa singolare – le prime parole – per cui prima si individuano i sindaci e poi si parla di alleanze”.
E a proposito di alleanze, il primo messaggio che Rosati vuole mandare tocca questo tema. “Girano voci di accordi da parte nostra in vista di un possibile ballottaggio – esordisce – ma diciamo a chiare lettere che non abbiamo accordi con nessuno, e chi afferma il contrario dice una bugia. Non ci interessano le poltrone, ma solo l’interesse del paese: per questo, visti i candidati in lista, abbiamo scelto Conversini, che riteniamo l’unico in grado di garantirlo”.
“Ci spiace, anzi – prosegue – l’atteggiamento ingeneroso nei suoi confronti da parte di forze politiche come il PD o i 5 Stelle, che addirittura lo hanno definito innominabile, esordendo in questa campagna elettorale in modo maleducato”.
Ma prima di tornare sulle polemiche con le altre forze, un ultimo passaggio su Talete, per ribadire l’affermazione fatta in comizio da Conversini sull’uscita dalla spa in caso di vittoria elettorale. “La Talete, così come è, non funziona – le parole di Rosati – tra disservizi, aumenti e disagi per i cittadini. E anzi bene ha fatto il commissario a chiederne la messa in mora per il debito pregresso. Ci rendiamo conto che uscire da Talete comporta una responsabilità forte, ma se questo può garantire i cittadini nei confronti di un servizio che deve tornare a misura di cittadino, siamo pronti ad assumercela”, conclude prima di schivare le accuse in quanto ex segretario PD, parlando di “scelta calata dall’alto dalla giunta” ed aggiungendo che “più che battagliare sul se fosse giusto o meno entrare, la politica doveva attivarsi e ragionare sul come entrare e cosa pretendere da Talete”.
Rosati, poi, su domanda dei giornalisti, ripercorre le trattative con il PD, parlando di AreaSx come forza che ha lavorato alla ricerca di un percorso unitario e condiviso parlando di programmi, prima che di candidati. “Abbiamo forzato sino all’ultimo per l’apertura di una discussione – continua – ed anche varie forze di centro la pensavano come noi: ma abbiamo trovato un muro di gomma. Il nome di Conversini era proprio per spingere verso un ulteriore passaggio, un passo indietro per una figura condivisa: ma hanno prevalso le ragioni del politico, non la necessità di un progetto e di una visione per la città”.
“Perché non Celli? – conclude – Perché secondo noi le elezioni del 2017 avevano dato un segnale chiaro, con l’amministrazione uscente uscita pesantemente sconfitta. Il paese, in quell’occasione, ha parlato, e crediamo che la continuità con quell’esperienza amministrativa fosse e sia un errore. Serviva, a nostro avviso, un laboratorio di discussione per dare un segnale diverso, invece ha prevalso la presunzione”.
A questo punto interviene Conversini, a cui i giornalisti chiedono conto di una dichiarazione a favore di Celli in un comunicato di pochi giorni prima della propria candidatura. “Da mesi, da settembre, assieme a Sandro Vallesi e Maurizio Brunori lavoravamo ad un percorso basato su quanto appena affermato da Piero Rosati – racconta – in una serie di incontri con le forze politiche uscite dalla coalizione, dai centristi di Capitani a quelli di Bacciardi, dalla ex Primavera a Serafini e Bergonzini, ragionando su una discontinuità col passato che ricompattasse il fronte. E tutti erano d’accordo. Ma, una sera, ci chiama il PD e ci dice che il candidato l’avevano. Non solo: vengono a trovarmi a casa, mi donano il vecchio stemma di marmo della ex sezione del PCI, e mi chiedono di rispondere a Mazzola: ditegli che l’allievo non ha seguito il maestro, gli ho detto. E chiedendomi un parere su Celli ho detto che per me era una persona spendibile. Quando ho sentito che però negasse tutto questo percorso, mi ha indispettito”.
“Lo ripeto – continua Conversini – tutte le forze politiche, da AreaSx a Serafini, erano pronte a compattarsi su un nome sopra le parti, e ne avevamo una serie da proporre al PD, donne e uomini, da contattare una volta che ci fosse stato un fronte comune. Vi dico di più: parlando con i dirigenti del PD gli abbiamo proposto candidati anche dell’area PD, estranei alla vecchia amministrazione: su tutti Alessandro Dinelli, che sarebbe stato disposto solo alla condizione che Sandro Celli gli dicesse di persona che era pronto ad un passo indietro per lui”.
Insomma, lo strappo non solo non si è rimarginato prima dell’inizio della campagna elettorale, ma pare destinato a segnare la scena di sinistra sino al voto. Anche perché, come sempre quando si recrimina su trattative e discussioni, esistono varie campane. Ma AreaSx sarebbe pronta a parlarne in un confronto diretto con i rappresentanti del PD? “Magari – conclude Rosati – Noi non ci sottraiamo ad alcun confronto”.