Riceviamo da Arrigo Bergonzini e pubblichiamo
Tutti hanno a cuore il lavoro, lo sviluppo economico, la valorizzazione turistica e la tutela ambientale.
Al di là, però, dei proclami di generico contenuto populista che alcuni candidati hanno fatto sulle “forti” iniziative di contrasto da assumere nell’ipotesi di realizzazione non condivisa dell’ultimo tratto (Monte Romano Est – Tarquinia) della S.S. 675 Umbro- Laziale, appare necessario informare i cittadini-elettori “sullo stato dell’arte” e sui possibili scenari futuri della vicenda, cercando di rendere comprensibili questioni tecnico- giuridiche, abbastanza complesse e per questo troppo spesso strumentalizzate.
L’originaria previsione progettuale del famoso “tracciato verde”, che impattava negativamente sul nostro territorio, devastando la Valle del Mignone senza neppure prevedere uno svincolo per Tarquinia, determinando un consumo di suolo assolutamente eccessivo, non giustificato e addirittura in contrasto con i criteri di economicità realizzativa e funzionale dell’Opera pubblica, è stata da tutti respinta.
Il Comune di Tarquinia, da ultimo con Deliberazione Consiliare n. 64 del 29 novembre 2017, si è unanimemente espresso contro il suddetto tracciato. Varie Associazioni ambientaliste (WW Italia e altre Onlus) con ricorso al TAR Lazio hanno impugnato il provvedimento del Consiglio dei Ministri sulla compatibilità ambientale del progetto preliminare (tracciato verde) e tutte le Deliberazioni CIPE successive (approvazione VIA) sotto vari profili, con il motivo principale (sempre per necessità di sintesi e comprensione) riguardante il fatto che era stata privilegiata una non chiara valutazione di economicità e di strategia viaria del tracciato indicato, da ritenersi prevalente sull’esigenza di tutela ambientale e territoriale.
Il TAR Lazio con provvedimento cautelare del 01/03/2018 stabiliva la sospensiva dei provvedimenti impugnati e del progetto censurato, disponendo in modo inusuale un rinvio lungo al 19 dicembre 2018, presumibilmente anche per dar modo alla “Politica” di assumersi le proprie responsabilità con provvedimenti adeguati ed eventualmente modificativi del Progetto e degli atti contestati.
Il nuovo Governo in oltre otto mesi (da aprile a dicembre 2018) è rimasto assolutamente inerte, mentre l’Avvocatura di Stato ha continuato a difendere in sede giudiziaria il tracciato originario, che tutte le forze politiche locali avevano definito indifendibile sotto il profilo tecnico, economico ed ambientale.
Il TAR, costretto a decidere nel merito, all’Udienza del 19 dicembre non ha risolto il problema, anzi ha delegato la soluzione della questione più rilevante – sulla eventuale prevalenza dell’interesse pubblico generale rispetto a quello altrettanto fondamentale e rilevante della tutela ambientale integrata – alla Corte di Giustizia della Unione Europea, alla quale ha rimesso tutti gli atti, sospendendo il giudizio. Allo stato, nonostante l’opera meritoria delle Associazioni Ambientalistiche, non vi sono né vinti né vincitori.
Mentre, però, tutto rimane pericolosamente sospeso, ancora una volta nessuna risposta o intervento migliorativo sotto il profilo progettuale è intervenuto da parte del Governo, che continua nel proprio atteggiamento pilatesco, con possibili gravi conseguenze sul territorio e sull’economia della Nostra Città.
Intanto se le vicende burocratiche e giudiziarie si protrarranno, come è prevedibile, ancora alcuni mesi, potrebbero venire meno i fondi europei per il cofinanziamento dell’Opera, mentre quelli nazionali potrebbero essere dirottati per altre opere immediatamente cantierabili, con conseguenze gravissime per le nostre realtà economiche ed imprenditoriali.
Le risposte della Corte di Giustizia U.E. potrebbero per ipotesi essere addirittura favorevoli alla vecchia previsione progettuale (tracciato verde), questa volta con conseguenze gravi per il territorio, difficilmente contrastabili a livello locale.
Si potrebbe passare dalla cancellazione dell’Opera alla realizzazione della stessa nel modo più dannoso possibile sotto il profilo ambientale, nell’un caso e nell’altro con conseguenze e danni rilevantissimi a carico del Nostro territorio, nei confronti del quale non pare sia stata posta la necessaria attenzione da parte delle attuali Forze politiche di maggioranza.
Anche per non dover subire, ancora una volta irreparabilmente, decisioni prese da altri, la nuova Amministrazione (Celli Sindaco) intende promuovere in via preventiva ed immediata una forte iniziativa, anche sotto il profilo sindacale ed imprenditoriale, nei confronti del Governo e della Regione Lazio per l’assunzione dei provvedimenti necessari a scongiurare tutte le eventualità negative sopra illustrate.
Arrigo Bergonzini