(s.t.) “L’esperienza politica che ho fatto? La rifarei, e anzi la consiglio”. Sono passati alcuni giorni dal responso del voto amministrativo a Tarquinia, ma Andrea Andreani, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, pare aver recuperato presto dallo stress della campagna elettorale e dall’iniziale delusione per il risultato.
“Perché, se analizzato, è un risultato gratificante – spiega Andreani – considerando che a livello nazionale il Movimento è calato evidentemente. Per cui, aver di fatto confermato il risultato a Tarquinia di due anni fa, quando la tendenza nazionale era tutt’altra, è soddisfacente. Poi mi tengo dentro le sensazioni di questi due mesi, della squadra che ha lavorato tanto, della bellezza del costruire un gruppo dal punto di vista umano ed operativo. Spero, anzi, la politica possa essere questo: non una guerra a prescindere, ma capacità di discutere e trovare assieme una soluzione”.
Ora il secondo turno, da cui il M5S ha già comunicato di voler rimanere fuori, senza accordi o apparentamenti. “Mi sembra una battaglia ad armi pari – commenta Andreani in riferimento al confronto tra Giulivi e Moscherini – Ognuno dei due candidati smuove leve diverse, per cui la immagino come una partita equilibrata. Personalmente, ho un buon rapporto con entrambi: si sono messi in gioco per Tarquinia, e penso che in un modo o nell’altro ognuno dei due saprà fare bene. Di certo, invito gli elettori al voto: un diritto, ma a mio avviso quasi un dovere, quello di esprimere la propria opinione nell’urna”.
Ma come è nato il legame Andreani/M5S e come si muoverà in futuro il movimento? “In realtà – rivela – avevo preso parte a qualche riunione già prima della tornata elettorale scorsa, ma per motivi vari non avevo potuto partecipare direttamente. Ho sempre ritenuto che, in un momento in cui i partiti non si sono dimostrati capaci di rappresentare il cittadino, aumentando un distacco tra politica ed elettori, il Movimento sia stata la risposta giusta per tante persone stufe di quel modo di fare. In fondo, era una sorta di grande lista civica nazionale. E nella mia personale esperienza ho visto tanta gente impegnarsi, ad ogni livello, correre giorno e notte, sempre con grande disponibilità e senza che umanamente gli si possa dire nulla”.
“Ora – continua – quello che c’è da fare, e penso a Tarquinia, è raccogliere quante più porse possibili che dimostrino voglia di fare qualcosa per la comunità: stimolarle, anche umanamente, a mettere qualcosa di proprio per costruire un gruppo che condivida il desiderio di cambiare questo posto. Sono ottimista di natura, io: mi piace parlare e confrontarmi con tutti, non nego una chiacchierata a nessuno, e ho incontrato e conosciuto tanti candidati anche delle altre liste. E poi, e la cosa mi conforta, anche oggi, dopo le elezioni, tante persone mi fermano: forse perché è caduto il tabù dello schierarsi”.