Riceviamo e pubblichiamo
È piuttosto frequente in questo periodo pre-elettorale incorrere in affermazioni che rimandino al concetto di voto sprecato: lo si sente esprimere secondo tre differenti espressioni, voto sprecato, voto buttato, voto perso, riferendosi al fatto che la propria preferenza, se indirizzata verso compagini nuove, considerate inesperte e con limitate possibilità, non abbia lo stesso peso che se assegnata a liste più conosciute (quelle solite, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti).
Così, al primo impatto, l’espressione “voto sprecato” suscita un senso di mortificazione, a cui segue un’irrinunciabile esigenza di reagire, consci del fatto che il voto è un’espressione della volontà e che la volontà è soggettiva.
La resistenza a votare per una lista neo-nata, anche se armata di buone intenzioni, perché è considerata a priori “fuori dai giochi” dei candidati più in vista, è un atteggiamento comune a persone di tutte le estrazioni, e viene spesso esternato in maniera rassegnata, a volte con “accondiscendenza” nei confronti di chi sostiene un progetto ambizioso.
Queste persone, attraverso lo sguardo, trasmettono la rassegnazione di chi ritiene che il proprio voto non conti nulla, che saranno sempre gli altri a prendere le decisioni; sono sguardi che tradiscono l’impotenza che ognuno di noi prova nel sentirsi escluso dalle decisioni che riguardano le sorti del proprio Paese.
Negli stessi sguardi per fortuna si denota anche altro, spesso trapelano lampi di curiosità e di interesse, in alcuni casi di stima verso chi si propone e di apprezzamento del progetto Una primavera per Tarquinia.
Quel fugace lampo è ciò che ci alimenta, ciò che ci fa credere che tutto sia possibile e che rafforza in noi la consapevolezza di star procedendo nella giusta direzione: un progetto nuovo ed indipendente, fecondo di idee e competenze che vuole rinverdire, come ogni Primavera che si rispetti, ciò che attualmente versa in uno stato di arido abbandono.
A questa curiosità ed a questo interesse facciamo appello, affinché si destino, sgomitino e si facciano largo, spingendo da parte la rassegnazione e riconoscendo a sé stessi lo stato di ruolo attivo e decisionale.
Lo sviluppo del senso civico che tanto auspichiamo per il nostro Paese spinge Una Primavera per Tarquinia ad avere le singole coscienze come interlocutrici, nella piena consapevolezza che le coscienze libere non sbagliano, che sono anzi guidate dalla propria capacità di giudicare l’energia delle persone che ogni lista annovera, la loro passione, la dedizione, la competenza.
Proprio per questo Una primavera per Tarquinia non può ritenere il voto dei Tarquiniesi un voto sprecato: perché li considera uomini e donne capaci di valutare ogni candidato, le sue idee, la sua progettualità, il grado di trasparenza che garantirà ai suoi concittadini, le uniche basi possibili sulle quali possa formarsi un giudizio.
Una preferenza espressa liberamente non potrà mai in nessuna maniera essere considerata sprecata, buttata o persa, assume invece significato e valenza diametralmente opposti; una scelta libera e cosciente nobilita il voto come strumento di democrazia.
Non si può considerare uno spreco l’approvazione di un nuovo Statuto comunale che restituisce un ruolo centrale alla sovranità popolare, una sovranità che Vi invitiamo ad esercitare da subito, partecipando coscientemente all’importante decisione cui saremo chiamati il prossimo 11 giugno.
L’unico vero “spreco” che intravediamo è quello di una preferenza espressa per consuetudine, verso persone e progetti in cui non si crede affatto, verso chi, nel profondo, non si ritiene adeguato ad esercitare questo delicato ruolo.
Il voto del singolo conta tanto e gioca il ruolo da protagonista. Solo la coscienza del singolo, libera da ingerenze altrui, potrà sancire il cambiamento.
“Una Primavera per Tarquinia”