Riceviamo e pubblichiamo
Prendiamo atto della sconfitta elettorale. Netta, cocente, dolorosa. Non ci sono dubbi. I tarquiniesi hanno deciso di cambiare sono stati chiarissimi. Questa si chiama democrazia. Adesso noi siamo fuori dal ballottaggio e non facciamo accordi o apparentamenti con nessuno.
Senza fare polemiche, dobbiamo avviare una profonda riflessione interna e silenziosa, per capire le cause che hanno provocato questa sconfitta e ripartire con slancio. Per farlo, dobbiamo aprire il Partito Democratico alla società civile. Dobbiamo uscire fuori, alla luce del sole, e non isolarci. Dobbiamo diventare un attrattore per le persone e non un qualcosa da scansare o da evitare.
Rinnovare, non vuol dire solo ricambio generazionale, ma vuol dire cambiare mentalità, avere nuove prospettive, ripensare il nostro modo di fare politica. Per fare questo avremo un’ottima palestra: quella del consiglio comunale dove faremo un’opposizione seria e costruttiva, avendo la possibilità di ascoltare la gente da un altro punto di vista. Abbiamo amministrato Tarquinia per dieci anni. Lo abbiamo fatto, pur con errori, raggiungendo risultati straordinari. Abbiamo mantenuto saldi i principi di onestà e trasparenza.
Votare è un atto di responsabilità e gli elettori del PD sono molto più accorti di ciò che pensano molti di noi, sapranno distinguere la violenza e l’insulto dal resto perché Tarquinia non merita un’amministrazione fatta di chi ha interesse a portarla fuori da mondo. Il 25 giugno è importante raccogliere questa grande responsabilità. Non si chiama voto utile, ma voto di coscienza!
PD Tarquinia