Riceviamo e pubblichiamo
Tutti ricordano il Game Fair nelle meravigliose campagne di Tarquinia. Nel 2015, la società che organizzava l’evento cioè la GFI, nata da Fiera di Vicenza S.p.A. e dal CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura) fu costretta a fare armi e bagagli e trasferirsi a Grosseto dopo ben otto edizioni che avevano visto un crescendo di visitatori ed espositori. Fu una decisione sofferta ma inevitabile, ci hanno raccontato gli organizzatori. A Grosseto però, la manifestazione, pur mantenendo le caratteristiche ereditate da quelle che ne decretarono il successo a Tarquinia, si è rivelata poco efficace e pian piano l’evento sta perdendo visitatori.
Il Game Fair, ovvero il termine anglosassone per definire una festa campestre, è un grande evento interattivo alla portata di tutti, grandi e bambini, dunque un evento ideale anche per un ponte di tre giorni da trascorrere con la famiglia. Si assisteva, tra la polvere di un fieno appena trebbiato, alle numerose evoluzioni di cavalli e carrozze, dei gruppi di butteri, dei cavalli tolfetani, delle corse dei levrieri, spettacoli dei falconieri, gare di tiro al piattello e tanto altro ancora. Il programma in genere era suddiviso su cinque temi principali: cani, cavalli, tiro, caccia, pesca-mare. Grandi tribune, sempre gremite, erano allestite intorno a ring e recinti e avevano una capienza di oltre 500 posti.
Tiro a piattello, mostra di fucili da caccia. Archi, lavorazioni di pelle, selle, cosciali, insomma un mix che, inebriato dalla polvere, era riuscito a portare a Tarquinia 45 mila visitatori (dati dell’ultima edizione del 2014). Il villaggio espositivo era articolato su un’area di 6 ettari e strutturato, ovviamente, a ferro di cavallo. Ospitava stand che hanno raggiunto fino a 150 espositori con adesioni che sono cresciute costantemente di anno in anno. Non mancava un percorso enogastronomico dove “brillava” per varietà di prodotti il “Villaggio del Gusto”.
Ecco, tutto questo deve e può tornare da noi. Noi lo riporteremo. Abbiamo già preso contatti con tutti quelli che hanno deciso fuggire da Grosseto non tanto perché l’organizzazione non sia all’altezza dell’evento ma perché è il contesto di una natura incontaminata e tipica della Maremma che è svanito e non può essere replicato se non qui a Tarquinia. Asfalto e cemento hanno fatto perdere lo spirito di un evento che, laddove Moscherini vincesse il ballottaggio del 25 giugno, sarà una delle priorità per riorganizzare una serie di eventi fondamentali per rilanciare il nostro territorio. Giovedì illustreremo questo nostro intento nei dettagli.