Riceviamo e pubblichiamo
Lasciamo perdere le “bufale” delle navi da crociera sul fiume Marta, dell’oceanario, dell’aeroporto e di tutti gli altri progetti faraonici che, per realizzarli, servirebbero i soldi di una manovra di Governo. Ma tutto ha un limite. La campagna elettorale impostata dal dottor Gianni Moscherini ha raggiunto il punto più basso.
Ci chiediamo quante altre ce ne dobbiamo aspettare. Sull’ospedale di Tarquinia e sul personale che vi lavora è in atto una vera e propria campagna al massacro. La struttura rappresenta un’eccellenza per la città. In dieci anni l’Amministrazione Mazzola ha investito oltre 1milione e 200mila euro per riqualificare gli ambienti, acquistare nuovi macchinari e aumentare la qualità dei servizi erogati. Ma soprattutto dieci anni in cui noi abbiamo difeso Tarquinia, con tenacia e determinazione, non guardando in faccia nessuno ma avendo a mente soltanto la difesa e la valorizzazione del presidio ospedaliero. C’eravamo noi in quegli anni, non gli altri, è bene ricordarlo.
Gli anni stessi in cui la sen. Polverini da governatrice, che ricordo era ed è legata allo stesso schieramento del dottor Moscherini, distruggeva la sanità nel Lazio e lo stesso Moscherini era impegnato su altri fronti, non di certo a difesa e tutela della salute dei cittadini della attuale “sua” Tarquinia.
Il personale medico e infermieristico svolge un lavoro eccezionale e non può venire denigrato in questo modo. Ci sono alcune problematiche che vanno affrontate e lo si sta facendo. Questa è la realtà dei fatti. Sarebbe meglio non commentare dichiarazioni e azioni becere e volgari. Si vuole trasformare in rissa la campagna elettorale. Noi non cadremo in questo tranello.
Era però necessario dare una risposta, che è ferma e decisa. I cittadini tarquiniesi sapranno diffidare di chi voleva sul territorio Roma Vetus, progetto presentato in tutta l’Italia Centrale e sempre bloccato da tutte le Amministrazioni Comunali. Di chi sbaglia lo sfondo dei manifesti scambiando Tuscania per Tarquinia. Di chi pubblica corone di morti sulla pagina facebook, per poi fare in fretta e furia marcia indietro perché sommerso dalle critiche.
Appartengo ad una scuola che mi ha sempre insegnato a diffidare da chi vuole superare i “confini naturali”. Il Mignone è uno di quelli, un “confine naturale” che i cittadini di Tarquinia difenderanno pure stavolta, consapevoli del fatto che non sentono il bisogno di essere governati da chi probabilmente non conosce neanche i motivi dell’origine del nome stesso di Tarquinia ne perché in molti la chiamano ancora oggi “Corneto”. I cittadini di Tarquinia sapranno diffidare da chi viene “dall’altra parte del Mignone”.
Segretario provinciale del Partito Democratico, Andrea Egidi