(s.t.) La campagna elettorale dei tre aspiranti sindaco del Partito Democratico di Tarquinia è stata – almeno sinora, quando manca poco all’apertura delle urne – caratterizzata da un fair play quasi totale dei contendenti; fair play e pacatezza confermate anche dal confronto realizzato da lextra.news e ieri diffuso on line.
Toni tranquilli, concetti spesso comuni a tutti e tre i partecipanti, poche differenze e, pur nel caso, nessuna polemica: tutti hanno puntato forte sul tema della condivisone e della partecipazione dei cittadini alle scelte, concetti di cui probabilmente i candidati sentono la necessità da parte dei cittadini dopo gli ultimi dieci anni.
L’unico vero batti e ribatti se lo giocano Rosati e Ranucci, quando il primo – unico candidato non interno all’amministrazione uscente – afferma che non avrebbe concordato sull’accordo con Enel per la centrale a carbone, sul quale avrebbe chiamato i cittadini al referendum, ed il secondo gli ricorda come, al tempo, la centrale fosse già decisa e che in fondo il referendum sul tema sono state le amministrative di cinque anni fa, che hanno visto la vittoria della giunta Mazzola. Non era entrato, in precedenza, sul tema Celli, ma il suo “Rifarei le stesse scelte, ma forse alcune con modalità diverse” aveva spinto alcuni ascoltatori attenti a “sospettare” che le decisioni in questione fossero proprio quelle legate alle compensazioni.
La trovata più sorprendente, nelle risposte, è invece l’apertura di Ranucci ad un’alleanza con il Movimento 5 Stelle a Tarquinia, in seguito non scartata nemmeno da Celli, che però ha tenuto più a ribadire la contrarietà ad avvicinarsi ad alcune forze del centrodestra. E proprio questa presa di posizione di Ranucci – assieme alla già citata risposta di Rosati sul carbone – appare come la più evidente diversità rispetto alla linea sin qui tenuta, da Sindaco, da Mazzola, che in questi anni ha osteggiato ove possibile i 5 Stelle. Da capire se sul fronte Movimento possa trovarsi una sponda a tale iniziativa.
Altri, grandi spunti dal confronto non sono usciti, o comunque non diversi da quelli emersi in sede di presentazione o sulle interviste sulla stampa: semmai, dopo le polemiche delle settimane scorse, i tre smorzano i toni sul possibile inquinamento del voto, rendendo pressoché inutile l’allarme su possibili esclusioni lanciato dal segretario Egidi.
Di più se ne saprà a partire da domani sera, quando le primarie daranno il loro responso e quello che, a quel punto, sarà il candidato potrà dire in maniera decisa la propria su come vorrà impostare la campagna elettorale e come vorrebbe amministrare la città in caso di vittoria.