Riceviamo e pubblichiamo
Sabato 16 marzo, alle ore 17.30, si terrà alla STAS la conferenza di Vincenzo Allegrezza, Tecnologia dell’olivo e del frantoio nell’antichità. Fin dal 1985, il relatore di questo incontro si è cimentato in vari progetti di studio di siti protostorici, romani e medievali con l’Associazione Archeologica Centumcellae, impegnandosi in particolare nello studio della romanizzazione del territorio etrusco di Tarquinia e dell’agricoltura in età romana.
In primis si esamineranno le specie di olivi selvatici del cd. Arco del fiume Mignone, per mettere in risalto l’esistenza di una “biotecnologia” naturale, ovvero un processo spontaneo per cui le varie piante si vengono a scambiare dati genetici. Questo processo può essere governato dall’uomo, e ciò non accade da tempi recenti, ma almeno dall’epoca di Omero: verrà quindi valutato l’impatto nel nostro territorio in epoca etrusca. Significativa dimostrazione che l’uomo operò in questo contesto in termini di sfruttamento olivicolo, anche con impianti imponenti a tetimonianza di una trasformazione olearia piuttosto diffusa, sono i ruderi delle “villae” romane, di cui rimangono i resti dei frantoi. È ovvio che i Romani sfruttarono colture olivicole preesistenti etrusche. Un’intensa attività di estrazione olearia è documentata anche a “Pian degli Organi”, zona purtroppo sottoposta all’avanzare del cemento, pur essendo un unicum sotto il profilo storico, in quanto vi insisteva una struttura palaziale d’epoca etrusca.
Al termine della conferenza, degustazione di oli extravergine di oliva a cura di Alessandro Scibilia del Frantoio Olitar di Tarquinia.