Una “diffida di rimozione del suolo pubblico urgente”: è l’atto – indirizzato nella serata di ieri, 8 dicembre, alle attività di ristorazione di piazza Cavour – che sta accendendo la polemica a Tarquinia.
Una disposizione del Comandante della Polizia Locale, nello specifico, ha fatto scattare i provvedimenti indirizzati ai gestori che “per motivi inerenti le manifestazioni natalizie dell’anno 2023”, sono stati chiamati “alla rimozione dell’occupazione di piazza Cavour da tutti gli oggetti ivi presenti precedentemente autorizzati ai fini delle somministrazioni commerciali entro dodici ore dalla precedente notifica”. Notifica che, essendo giunta alle 18 e 30, poneva quindi come termine le 6 e 30 del mattino di sabato 9 dicembre.
Rabbia da parte degli esercenti, che si dichiarano in regola – la stessa comunicazione di diffida fa in effetti riferimento “all’autorizzazione di suolo pubblico precedentemente rilasciata” – e sono rimasti sorpresi sia dalla decisione che dalle modalità, pur consapevoli che l’amministrazione comunale può ricorrere allo sgombero della piazza in caso di manifestazioni, come avviene, per fare l’esempio più tradizionale, con la Processione del Cristo Risorto.
“Innanzitutto ci chiediamo quali siano le manifestazioni di Natale in programma in questa piazza – esordiscono alcuni di loro – perché dal calendario non vediamo nulla che richieda chissà che spazi, se non l’albero di Natale, che ormai da anni però è in un altra parte della piazza, che ha spazi enormi per ogni esigenza e necessità. Oltretutto, ci sarebbero stati modi e tempi per trovare soluzioni più in linea con i gusti dell’amministrazione o del sindaco, invece di farci piombare la Polizia locale nel pomeriggio dell’8 dicembre, prima chiedendoci di salire al Comando – e come potevamo, se stavamo lavorando? – quindi dandoci dodici ore, di notte e in un periodo di ponte, per sgomberare tutto, come fosse qualcosa di pericoloso”.
La linea ufficiosa dal palazzo comunale parla della volontà di maggior rigore sui dehors che si estenderà a breve su tutto il centro storico. Di certo c’è il provvedimento con le elencate motivazioni e l’amarezza di alcuni gestori: “Decorazioni e manifestazioni dovrebbero servire per attirare persone e generare lavoro e ricchezza per la città: davvero qui siamo all’estremo per cui, invece, per le decorazioni natalizie, siamo costretti a lavorare meno? Lo scorso anno le belle mattinate di sole, in un periodo in cui finalmente c’è gente, sono state un toccasana proprio grazie ai tavoli all’aperto: questo provvedimento e i modi in cui ci è stato comminato sono, per noi, del tutto incomprensibili”.