di Fabrizio Ercolani
All’indirizzo Agrario dell’Istituto Cardarelli qualcosa forse non va. In una lettera aperta un genitore porta all’attenzione pubblica alcuni episodi che definisce “quantomeno equivoci” avvenuti tra il gruppo classe, i genitori e il corpo docente.
Sembra infatti che durante i colloqui un docente abbia espressamente chiesto ai genitori di sbrigarsi perché aveva altro da fare mentre la classe è stata definita con epiteti non proprio idilliaci. Una tensione palpabile con il genitore preoccupato per il proseguo dell’anno scolastico che chiedono alla Preside di riportare un po’ di serenità. “È giusto che noi ci preoccupiamo primo perché non abbiamo dei figli delinquenti e secondo ci chiediamo perché la scuola non ottempera ai propri doveri e cioè chiamare i genitori e spiegare ciò che succede facendo capire quali siano i problemi comportamentali e disciplinari”. Il genitore che non difende assolutamente il proprio figlio chiede però maggiore serietà. “Ma da quando si pretende il rispetto senza poi averlo per gli altri? È risaputo che i professori hanno il coltello dalla parte del manico, ma con i coltelli è sempre bene fare attenzione poiché anche i macellai professionisti talvolta si tagliano. È giusto, anzi giustissimo e doveroso, che gli studenti vengano ripresi e sanzionati ove opportuno, ma lo stesso vale anche per il corpo docente che dovrebbe essere felice di formare le nuove generazioni che saranno poi la classe dirigente del futuro. Per fortuna esistono anche in quella sezione dei professori che ancora credono nella scuola e nell’insegnamento e lo fanno non solo per lo stipendio ma con passione. Come genitore spero che la situazione si normalizzi e si tranquillizzi, altrimenti mi troverò costretto a rivolgermi al superiore Ministero dell’Istruzione”.
“Quando qualcosa non va per il verso giusto, in un ambito in cui molte persone lavorano insieme, è normale cercare il responsabile da qualche altra parte”. Laura Piroli,dirigente scolastico dell’I.I.S. “V. Cardarelli” Tarquinia replica alla lamentela del genitore. “Sembra essere il caso anche di questo genitore che ha inteso indicare gli insegnanti dell’Istituto Agrario come responsabili dei problemi incontrati dal proprio figlio. Perché “i nostri figli non sono delinquenti”. Nessuno lo ha detto. In realtà, i loro figli – come molti della loro età – sono diversi a casa da come sono a scuola. Alcuni genitori credono di conoscerli ed invece ignorano troppe cose di loro: dalle amicizie che frequentano a quando hanno cominciato a fumare, dall’uso che fanno di telefonini e tablet al modo in cui si comportano con le compagne di classe. E molto altro ancora”.
La dirigente respinge anche le accuse relative al mancato confronto con i genitori. “Chiamare i genitori e spiegare ciò che succede, facendo capire quali sono i problemi, è esattamente quel che la scuola ha fatto e fa sempre: salvo che i genitori, chiamati, vengono a fare gli avvocati dei propri figli ed a mettere in dubbio la parola degli insegnanti. Non è vero che mio figlio ha fatto, non è vero che mio figlio ha detto: me lo ha giurato lui e non è un bugiardo. Io lo conosco. E invece il problema è che ne conosce solo una parte; e quella che ignora, o vuole ignorare, dovrebbe invece preoccuparlo. La minaccia per questi ragazzi non viene dalla nota sul registro o dal richiamo dell’insegnante: viene da altri e da altro. Ivi inclusa la difficoltà dei loro genitori di vedere e capire e di cogliere in tempo i segnali. Né la scuola né la famiglia hanno da sole la bacchetta magica: ma se, al sorgere dei problemi, si dividono e si collocano in polemica, la partita è persa. Non la loro: quella dei loro ragazzi”.