Nel recente dibattito politico a mezzo stampa avviatosi tra PD e Movimento Civico per Tarquinia, stimolato da un comunicato di quest’ultima formazione politica, irrompe oggi l’ex sindaco della città etrusca, Mauro Mazzola.
“Ho volutamente aspettato ad inserirmi nel dibattito politico riguardo le scelte sbagliate del “Modello Canepina” che ha giustamente sollevato il Movimento Civico di Tarquinia e che, come ormai chiaro, ha portato il PD a perdere le elezioni amministrative in molti comuni. – le parole di Mazzola – Aspettavo, come sarebbe stato opportuno, una reazione ufficiale del coordinatore provinciale mentre sono arrivate solo scomposte “affermazioni” private su l’estensore dell’articolo e, a seguire, una risposta del circolo di Tarquinia. Ma il tema da discutere non è di poco conto e da liquidare in maniera superficiale ed affrettata. Si auspica davvero la ripresa di un dialogo all’interno del PD e del centro sinistra oppure si vuole continuare con una politica personale “ modello Canepina”? Prima le Preferenze, prima vincere le primarie per avere il potere, poi nelle amministrative quello che succede succede”.
“La politica del personalismo e degli accordi a tutto campo in cambio delle preferenze distrugge il partito e allontana gli iscritti, anche quelli di più strenua e lunga militanza. – accusa Mazzola – Verrebbe da pensare che Il Movimento Civico si stia interessando di temi e problemi di un altro Partito ma non è così dato che la quasi totalità dei militanti sono ex iscritti del PD. Anzi, molti di loro hanno alle spalle lunghi trascorsi politici e amministrativi nella sinistra e nel PD; il loro allontanamento va ricercato nel trattamento di scarso coinvolgimento, per non dire di isolamento, ricevuto a seguito di idee non condivise o di non sottomissione alle prepotenze di alcuni”.
“Questo – prosegue Mazzola – è ciò che sostiene il Movimento Civico e che condivido pienamente. È un’analisi giusta e attenta contro il personalismo a tutti i costi. Finalmente c’è chi ha avuto il coraggio di seguire alcune denunce politiche, fatte anche dal sottoscritto pubblicamente ma sempre rimaste inascoltate”, che sostiene la sua tesi ricordando le sconfitte nelle amministrative in molti centri della Tuscia “soprattutto in quelli più importanti come Viterbo e Civitacastellana. Per non parlare di Tarquinia”.
“Ritengo – continua Mazzola spostando la luce proprio sul comune che ha amministrato in passato – che il Movimento Civico abbia centrato il problema ed abbia avuto il coraggio di sollevare il malessere. Non condivido, soprattutto nella prima parte, la risposta del circolo del PD di Tarquinia. Una risposta da manuale fatta da un bravo Giovane Coordinatore ma che non affronta veramente il problema e che non rispecchia la realtà”.
L’ex sindaco si spinge, quindi, a un’analisi politica e auspica l’apertura di un confronto: “Il circolo di Tarquinia dovrebbe ringraziare il Movimento Civico e approfittarne per aprire un dibattito che analizzi politicamente gli ultimi anni e cioè le candidature alla carica di Sindaco che sono state per ben due volte di un rappresentante del PD senza un sostegno e l’Approvazione di una coalizione di centro sinistra, una coalizione che chiedeva avvicendamento, giustamente, dopo 10 anni che il PD esprimeva le cariche del Sindaco e del Presidente dell’Universita Agraria e non solo, la mancata presentazione della lista del PD all’Università Agraria, la presentazione delle liste elettorali al Comune senza il Simbolo del PD, la riapertura di una sede del Circolo ed altro ancora”.
“Ancora oggi – conclude Mazzola – non si è discusso e analizzato con gli iscritti e simpatizzanti circa i motivi delle sconfitte. Se non ci si confronta, anche animatamente, e non si sviscerano tutte le criticità non si riprenderà mai la strada per costruire un centro sinistra. Da soli non si va lontano, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. La politica personale dell’allontanamento di chi dice chiaramente e senza peli sulla lingua cosa pensa, deve terminare. Chi pensa che per avere più spazio e visibilità basti allontanare sia chi potrebbe essere un concorrente scomodo nonché chi esprime le proprie idee a muso duro e senza peli sulla lingua, non è un buon politico e tantomeno un bravo amministratore; sicuramente non è un uomo di partito”.