(f.e.) Università Agraria di Tarquinia: si dimette il consigliere Federico Di Lazzari. Il gruppo ‘‘Noi con Tarquinia’’ perde dunque un pezzo. Ma forse la notizia che fa scalpore è che torna a riunirsi per la prima volta nel 2019 ed a distanza di oltre quattro mesi dall’ultima assise il consiglio di amministrazione dell’Ente di Via Garibaldi.
Il giorno prescelto è mercoledì 27 marzo alle ore 19,30. L’ordine del giorno: l’approvazione del verbale della seduta precedente, ovvero quella del 15 novembre, dove pure in quella occasione c’era stata una surroga, quella di Roberto Corridoni con Andrea Serafini; ed infine la surroga di Federico di Lazzari con Alessio Fattori. Nessun accenno al bilancio, nessun accenno a provvedimenti da votare. Dal momento dell’insediamento del Presidente Sergio Borzacchi le adunanze si contano con le dita di una mano e va ricordato come ancora debba essere approvato il bilancio relativo all’anno 2017.
L’indebitamento dell’Università Agraria è sotto gli occhi di tutti, tanto è che uno dei candidati a Sindaco e precisamente Alessandro Giulivi, esponente della Lega, ha apertamente detto che l’Ente va chiuso e va annesso all’assessorato all’agricoltura del Comune di Tarquinia. “Proporremo un referendum popolare per chiedere alla Regione la chiusura dell’ente e l’annessione al Comune. – ha affermato – Oggi in questa situazione debitoria è un ente che non può accedere a nessun tipo di finanziamento, mentre deve essere creato un assessorato in comune per la gestione di tutto il patrimonio dell’Università Agraria”. Da queste parole nessuno ha preso le distanze. Non lo ha fatto il Presidente Borzacchi a difesa dell’ente da lui stesso amministrato, non lo hanno fatto gli assessori e non lo hanno fatto i consiglieri e tra questi c’è anche chi sarà candidato proprio con la Lega alle prossime comunali.
Ci si aspettavano delle dimissioni in blocco ma al momento soltanto Di Lazzari e Corridoni le hanno ufficializzate. Anche Gianni Moscherini ha più volte espresso a sua opinione in merito, premendo per la chiusura dell’Ente mentre gli altri candidati non si sono espressi. Con le dimissioni di Di Lazzari cambiano anche gli equilibri all’interno dell’Ente: si indebolisce la componente riconducibile alla Lega mentre si rinforza quella vicina a Manuel Catini.