Riceviamo e pubblichiamo
Il sito dove sorge il tempio dell’Ara della Regina è di competenza del Ministero dei Beni Culturali. Come ogni estate però l’Università Agraria di Tarquinia ha avviato la pulizia dell’area archeologica, con i propri dipendenti. Lo stato di degrado in cui versa il tempio più importante dell’Etruria è inaccettabile. Le recinzioni sono malridotte e i cancelli divelti, rendendo facile l’accesso per chiunque. Il paradosso è che per pulire il sito dobbiamo attendere l’autorizzazione del Ministero. Nonostante non vengano riconosciuti all’Università Agraria i premi di rinvenimento, lavoreremo per ridare dignità al luogo, non prima di aver scritto al ministro Dario Franceschini. La speranza è che l’iter di riforma avviato dal ministro per la gestione dei beni culturali sia rapido e restituisca dignità ai territori e alle Soprintendenze. Fino a oggi le poche risorse erogate sono destinate alla pulizia della necropoli dei Monterozzi, peraltro effettuata con ritardo, lasciando sommersi dalla vegetazione il resto delle persistenze archeologiche situate sul territorio. Pochi sanno che il biglietto di ingresso pagato alle tombe e al museo lascia zero euro a Tarquinia. Una scelta che lede all’immagine della città. È troppo facile poi prendersela con gli Enti Locali. Un tale patrimonio ha bisogno di maggiore attenzione da parte dello Stato. Gli operai dell’Ente stanno bonificando l’area pic-nic, il parcheggio e la viabilità interna della Civita. Un luogo esteso in balia di atti vandalici e non solo. Sono stati rinvenuti rifiuti di ogni genere. L’area del pianoro della Civita è peraltro un SIC (Sito Interesse Comunitario) ai fini naturalistici con vincoli importanti anche per le attività di manutenzione consentite. Un sito di valore europeo per l’ambiente e mondiale a livello archeologico, per il quale unico presidio non può essere la sola Università Agraria.