Riceviamo e pubblichiamo
Il Parlamento ha appena approvato una legge, non ancora promulgata dal Presidente della Repubblica, sui “domini collettivi” ossia di riassetto profondo degli usi civici. Essa innova in modo molto rilevante l’attuale regime degli usi civici e ovviamente riguarda in modo stringente anche l’Università Agraria di Tarquinia.
La nuova normativa definisce compiutamente le varie tipologie di beni collettivi che formano il patrimonio o demanio civico e la tutela dei diritti dei cittadini per l’uso, la gestione ed l’ utilizzo dei suddetti beni di collettivo godimento. Conferma il vincolo paesaggistico sui terreni di uso civico, sottolineando il rilevante interesse generale della collettività per la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio.
Una riflessione a parte, che indirettamente impatta sulle prossime elezioni per il rinnovo del Presidente e del Consiglio di Amministrazione fissate per il 10 dicembre, è riferita alla natura del nuovo soggetto che nascerà sulle ceneri dell’attuale Università Agraria. La legge fornisce alcuni essenziali indirizzi sottolineando che i futuri “enti esponenziali delle collettività titolari dei diritti di uso civico e della proprietà collettiva” saranno, a differenza di ora e questa è la grande novità, soggetti privati, ma con autonomia statutaria. E’ una sintetica definizione che tratteggia e richiama un nuovo soggetto giuridico che subentrerà a breve, che sembra somigliare o comunque avvicinarsi molto all’istituto civilistico della “fondazione”. Appare evidente che sarà per l’Agraria una rivoluzione istituzionale copernicana, probabilmente dovranno cambiare molti profili degli attuali assetti: la modalità di redazione del bilancio, il contratto dei dipendenti, le modalità delle concessioni dei terreni da assegnare prevalentemente ai giovani agricoltori e, forse, risveglia una vecchia querelle che sembrava definitivamente risolta… essendo ora l’Università Agraria un soggetto per legge a tutti gli effetti privato, i suoi terreni godono ancora l’esenzione IMU?
La legge nazionale di riforma non prevede regimi transitori e scadenze e proprio per tale motivo sembra porre alla politica tarquiniese in modo incalzante le scelte sulle problematiche del recepimento della nuova complessa normativa, con la conseguente riforma dell’ente e la nascita del nuovo soggetto privato in luogo dell’attuale ente pubblico.
Il Commissario Straordinario
Dr. Venanzi Mario