Riceviamo dall’UDC Tarquinia e pubblichiamo
Il Presidente Tosoni scarica il consigliere Gagni con la complicità del solito Perinu. Un fatto increscioso salito alla ribalta delle cronache. Foto che ritraggono un consigliere dell’Università Agraria di Tarquinia intento nel macabro e inqualificabile gesto del saluto fascista. Polemiche sulla stampa e sdegno quasi unanime.
Il consigliere Gagni ha risposto prontamente, sui social, con un post di scuse in cui ha rinnegato quel braccio alzato all’aria, stigmatizzandolo alla stregua di un errore di gioventù o come ha detto lui stesso una stupidata, condannando ideologie che limitano la libertà e la democrazia, salvo che non compaiano altre immagini più recenti crediamo alla sua buonafede.
Ben più sconcertante il contegno del Presidente Tosoni che è entrato sulla polemica ancor prima del soggetto interessato e invece di condannare l’accaduto, ha liquidato il saluto fascista alla stregua di un gesto goliardico, un intervento da brividi che denota la scarsa conoscenza della storia e dei valori della costituzione. Un comportamento non degno della presidenza di un Ente come l’Università Agraria che ha indotto la minoranza ha chiedere la convocazione di un consiglio in cui si discutesse la sfiducia al Presidente.
Ma il coraggio difetta al presidente social che rifugge dal confronto ogni volta che può. Il duo Perinu & Tosoni ha denegato il consiglio sulle gravi parole espresse da Tosoni ma ha concesso quello in cui si discuta sul gesto del consigliere Gagni. In sintesi lo hanno scaricato. Chi ha chiesto scusa deve rispondere al consiglio per il gesto fatto, chi lo ha liquidato come se fosse carnevale si nasconde dietro ai cavilli burocratici: come a dire prendetevela con lui!
Malconsigliato e soprattutto in fuga dalle sue responsabilità il Presidente Tosoni sta usando come scudo il suo consigliere, onde evitare che si parli di lui. E che qualcosa si fosse incrinato ce ne eravamo accorti già al momento della nomina delle commissioni dove questa maggioranza si è spaccata nella nomina dei Presidenti o peggio si è rifugiata dietro assenze strategiche e rinvii affannosi.
In tutto questo ci dispiace denunciare – ancora un volta – la totale assenza di autonomia e autorevolezza del Presidente del Consiglio Perinu che si limita ad eseguire, anche tardivamente quanto gli viene imposto, venendo meno al suo mandato di garante del Consiglio. Forse è proprio lui che va sfiduciato.