Riceviamo dal sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi e pubblichiamo
Ill.mi Senatori della Repubblica ed Onorevoli Deputati, Ill.mo Presidente (dell’Anci, ndr),
scrivo a Voi che siete i rappresentanti del nostro territorio all’interno del Parlamento e che avete gli strumenti per tramutare in istanze ufficiali le legittime richieste della popolazione ed a Lei che presiede l’Associazione che ha saputo interpretare, e qualche volta ha anticipato, i mutamenti socio-economici, politici e culturali che hanno contribuito all’innovazione del mondo delle Autonomie locali, sempre accompagnata dalla consapevolezza che rappresentare i Comuni significa farsi carico delle necessità dei cittadini stessi.
Il 30 aprile ho ricevuto una lettera firmata da 96 operatori commerciali della Città che rappresento, operatori della ristorazione, ospitalità, balneari nella quale hanno lanciato un disperato grido di aiuto, arrivando addirittura a consegnare le chiavi dei locali delle proprie attività.
Io non posso accettare, come Sindaco di questa Città, tale gesto perché significherebbe una resa non auspicabile! Questi imprenditori, i loro dipendenti, le loro attività sono il motore, non solo economico, di Tarquinia e pertanto non voglio nemmeno ipotizzare l’immediato futuro senza il loro operato.
Esiste anche un appello non scritto di lavoratori silenziosi ed aziende che, pur non sottoscrivendo in calce quella lettera, stanno vivendo questo momento drammatico e stanno anch’essi subendo ripercussioni importanti; ed io ho il dovere di combattere al loro fianco per la tutela dei diritti di tutti.
Il decreto “Cura Italia” doveva supportare imprese e lavoratori ma così non è stato. I provvedimenti ivi contemplati non sono esaustivi né soddisfacenti per la particolare situazione che stiamo vivendo e, così come scritti, vanno a vanificare anni di sacrifici, studi e specializzazioni.
Il decreto varato non rende merito né ai liberi professionisti né a tutte le P.IVA, né ai commercianti, agli artigiani, passando per le PMI, né tantomeno ai Comuni. Queste categorie sono il fulcro essenziale del sostentamento del nostro Paese e rappresentano l’anima dell’economia italiana. Oltre alla paura del contagio si sommano ansia e preoccupazioni per il loro e nostro futuro. Un futuro che è sempre stato precario ma che adesso è ancora più incerto e burrascoso.
Questo è il momento della sincerità, di scoprire le carte in tavola e affrontare i problemi ascoltando realmente e con umiltà le parti coinvolte. Ci sono attività commerciali, grandi e piccole, artigianali ed aziendali, che a causa della chiusura forzata avranno serie difficoltà a ripartire. Le bollette arrivano senza sosta, gli affitti dei locali commerciali e le gestioni vanno pagate, i fornitori e la merce, anche se ferma, va saldata. Il Governo deve dire quali sono le prescrizioni di sicurezza che vanno assicurate e poi deve fare in modo che chi è in grado di garantire il rispetto di queste norme, riapre.
Non dimentichiamo che le Partite IVA sono una categoria di lavoratori con grande dignità e senso civico. Quello che chiedono a gran voce sono i diritti che spettano loro per Costituzione, non chiedono di vivere di assistenzialismo o alle spalle dello Stato, chiedono di poter vivere dignitosamente del loro lavoro.
Ci tengo poi a ricordare, cari Senatori ed Onorevoli, che i piccoli imprenditori e gli artigiani non sono degli incalliti evasori ma eroici operatori economici che rappresentano di fatto il sostegno del sistema economico. Per questo vanno aiutati e non emarginati.
Allo stesso tempo, rivolgo il mio pensiero a tutti i lavoratori che si stanno adoperando per mandare avanti il Paese, dagli operatori sanitari che con grande abnegazione, senso del dovere e sacrifici stanno in prima linea, dentro le trincee di una sanità che è stata impoverita e spolpata, agli operai che mandano avanti le fabbriche, ai camionisti, autisti dei mezzi pubblici, operatori delle attività commerciali rimaste aperte per decreto e tutte quelle figure indispensabili per un Paese che deve resistere e farsi forza.
Voi, come noi Amministratori locali, dovete farvi portavoce di questo appello e pretendere manovre che tutelino tutti i cittadini di questo Paese, senza aumentare il divario che purtroppo è ancora reale tra categorie di cittadini ed imprese.
Siamo tutti consci che la ripartenza non coinciderà con la ripresa economica ed è per questo che vi chiedo di fare presto! Ne va della tenuta economica e sociale di Tarquinia come di tutti gli altri 7.981 comuni italiani.
Il Sindaco di Tarquinia
Alessandro Giulivi