Riceviamo e pubblichiamo
“Per dirla con Von Clausewitz, la scuola al tempo del Covid-19 è la ‘prosecuzione della scuola con altri mezzi’.
Prosegue la rubrica dell’Associazione SuperAbile Viterbo ai tempi del Coronavirus. Oggi spazio a Laura Piroli, dirigente scolastico del Vincenzo Cardarelli di Tarquinia che racconta come il suo istituto ha saputo rimodulare i programmi per effetto dell’emergenza sanitaria.
“O almeno così – riprende Laura Piroli – ci è sembrato dovesse essere e così ci siamo impegnati a realizzarla. In fondo, quel che qualifica una scuola non sono né i luoghi né gli strumenti, ma le persone e le relazioni che si stabiliscono fra loro. Insieme alla consapevolezza della missione che anima il tutto.
Questo ci siamo detti nel momento dell’emergenza, che per fortuna non ci ha colto del tutto impreparati. Da poco più di un mese, su impulso di una docente di Matematica e Fisica, ci eravamo dotati di un software in grado di gestire classi virtuali e lezioni a distanza, con interazione in tempo reale fra il docente ed i corsisti. Lo stavano studiando alcuni fra gli insegnanti più “tecnologici”, quando è partita l’emergenza. Nel giro di pochi giorni, abbiamo organizzato corsi interni per tutti gli altri, abbiamo tracciato un programma di attività e siamo partiti.
Oggi, posso dire che tutti i docenti del Cardarelli sono registrati ed attivi sulla piattaforma: l’attività si svolge per cinque ore ogni giorno per ciascuna classe, di cui al massimo tre di video lezioni e due di attività varie di rinforzo. Addirittura, abbiamo dovuto frenare un po’ l’entusiasmo di alcuni, che rischiava di mettere sotto “pressione eccessiva” i ragazzi, già frastornati per conto loro a causa di quello che sta accadendo. Il nostro sistema di didattica a distanza sta raccogliendo partecipazione e, per quanto il momento lo consenta, entusiasmo. I ragazzi non si sentono soli, i ragazzi non sono soli.
Dopo i primi dieci giorni, abbiamo lanciato tre distinti monitoraggi, uno rivolto agli studenti, uno alle loro famiglie ed uno ai docenti, per capire che cosa stava funzionando e cosa poteva essere migliorato. Il livello elevato di risposta ci conferma che ci stiamo muovendo nella buona direzione e che tutto è migliorabile.
E, proprio perché seguo con attenzione l’attività quotidiana, so che non stiamo fornendo un servizio solo ad un numero ristretto di fortunati o di motivati. Per non citare che un esempio, tutti gli studenti diversamente abili, tranne pochi per i quali mancano le condizioni abilitanti, sono regolarmente coinvolti nelle attività con il supporto dei loro docenti di sostegno. Faremo ancora meglio, perché il tempo che abbiamo seppur diluito, non può essere mai sprecato.
In questi giorni stiamo distribuendo i vari dispositivi informatici a chi ne ha bisogno, nella sola giornata di ieri abbiamo consegnato 35 PC o tablet, lo stare tutti a casa vuol dire più persone all’interno di una abitazione, che studiano e che lavorano, e devono poterlo fare per quanto sia possibile agevolmente. In questo momento la scuola deve cercare di poter dare a tutti la possibilità di appianare le immancabili difficoltà e differenze nell’utilizzo della tecnologia, ed è per questo che i nostri assistenti amministrativi e i nostri tecnici sono a disposizione mattina e pomeriggio per supportare gli studenti e le famiglie.
I professori, tutti, del Cardarelli sono degli instancabili professionisti, hanno saputo rimodulare la loro metodologia di insegnamento, studiando le nuove tecniche, hanno saputo dare spessore al tempo messo a disposizione da questa “quarantena” e continuano a dare “calore”, nonostante lo “strumento freddo” che si utilizza.
Una scuola che fa il suo mestiere, cioè fa la scuola, non dovrebbe fare notizia. Ma una scuola che riesce a farlo a questo ritmo e con questi livelli di partecipazione in tempi come quelli che viviamo richiede almeno un grazie sentito ai propri docenti e a tutto il personale che lo hanno reso possibile. Mi ritengo fortunata e sono personalmente fiera di poter lavorare al loro fianco. Ai miei ragazzi, ai “fragili e forti” studenti, penso costantemente come Dirigente e come mamma. Il futuro ci spaventa come il presente, perché entrambi, ora, sono incerti. In questo turbinio di emozioni e previsioni, sapere che la scuola spesso poco amata, mai come ora può essere vista come quel collante che non solo unisce, ma che ti fa sentire comunità. Spesso le aule sono state considerate, dagli studenti, come mura che imprigionano l’espressività, la loro vera voglia di dimostrare ed essere, ora quelle aule che vedo vuote, quei corridoi silenti aspettano solo il giorno in cui le risa, le parole, gli INCONTRI diventino “porti e scambi”, perché la ricchezza della scuola non è virtuale è più che mai tangibile, la ricchezza della scuola è nelle parole ascoltate mentre gli occhi si guardano. Crescere insieme, tutti. Presto torneremo e quello che abbiamo avuto la fortuna di non perdere con la didattica a distanza ce lo porteremo dietro, come esperienza che sottolineerà l’importanza di un abbraccio, tanto desiderato, tra i banchi”.