“In riferimento a quanto il sindaco Giulivi ha detto sulla protezione civile comunale, io mi sono sentito offeso nella mia dignità di volontario dopo che per oltre dieci anni ho servito il paese con le mie professionalità ed esperienze per tutelare i cittadini. Senza chiedere nulla in cambio”: arrivano le reazioni da parte dei volontari della Protezione Civile di Tarquinia dopo la conferenza stampa/sopralluogo del sindaco Giulivi dei giorni scorsi.
In una lettera, è il volontario Alberto Majani a rispondere al primo cittadino. “Ora il sindaco con la sua autorevolezza ci accusa di cose che non sono di nostra competenza. – le parole di Majani – Se la nostra sede è pericolosa non dipende certo da noi volontari. Se ci chiede di fare viabilità, ci chiede espressamente di andare contro le direttive del Dipartimento di protezione civile che lo vieta in modo assoluto”.
“Il sig. sindaco – continua Majani – ha poi fatto un regolamento interno, peraltro non ratificato in consiglio comunale, che limita la nostra operatività a 65 anni di età quando per la regione non ci sono limiti di età. Non ci ha fatto fare le visite mediche, ci ha chiuso la sede senza una notifica scritta sostituendo i lucchetti esistenti. Nella domanda di ammissione al gruppo comunale c’è scritto che il volontario deve fare protezione civile e servizi per il comune, che sono due cose in contrasto, in quanto come già specificato il dipartimento di protezione civile vieta agli addetti di fare viabilità e manifestazioni. Per tutte queste ragioni mi sono sentito offeso e amareggiato dal comportamento del sindaco nei nostri confronti quando egli dovrebbe essere il padre putativo di ogni cittadino”.