Due giorni polemiche che paiono non voler smorzarsi: la celebrazione di Sant’Antonio – ed in particolare la data in cui si terrà la tradizionale benedizione degli animali – diventa a Tarquinia terreno di scontro politico.
Alla base di tutto, la scelta di procedere con l’evento non già domenica 17 gennaio – giorno in cui si celebra il santo – ma la successiva domenica 24.
A lanciare il caso è stato, ieri in mattinata, Manuel Catini, leader dell’opposizione all’Università Agraria, che sul proprio profilo Facebook ha lanciato la notizia: “È come se venisse spostata la Processione del Cristo Risorto dal giorno di Pasqua al giorno di pasquetta. È tutto davvero incomprensibile e paradossale ma purtroppo questa è l’Università Agraria dell’amministrazione Blasi”.
Il polverone si solleva subito, sia nei commenti, sia perchè ripreso e rilanciato anche da altri, compresi assessori comunali e rappresentanti delle associazioni ippiche.
Anselmo Ranucci parla, infatti, di spostamento deciso non dall’Università Agraria, ma dal comitato organizzatore; da ulteriori commenti si apprende che il motive dello spostamento sarebbe l’assenza di molti cavalieri, impegnati in un altro evento a Sutri, come sarebbe stato riferito a chi ha chiesto informazioni al parroco.
Sono stati, però, altri cavalieri a sollevare la polemica, per voce di Letizia Benedetti, che spiega come invece molti cavalieri siano rimasti sorpresi e delusi dalla scelta, puntando il ditto non contro il parroco ma contro l’Università Agraria.
Ente di via Garibaldi che nella serata di ieri ha, sul tema, diramato un comunicato, che sotto riportiamo integralmente.
“La competenza sui festeggiamenti per Sant’Antonio Abate, compresa quella di fissare la data dello svolgimento, non è dell’Università Agraria di Tarquinia ma del Comitato organizzatore, che ha stabilito all’unanimità di spostarla dal 17 al 24 gennaio. La decisione è stata presa solo per favorire la partecipazione di quanti più cavalieri possibili, confidando anche sull’afflusso dai comuni limitrofi. Se si fosse deciso di celebrare la ricorrenza il 17 gennaio, l’Ente avrebbe partecipato con lo stesso entusiasmo e lo stesso sostegno. Il tentativo del consigliere Manuel Catini di trasformare una festa popolare e religiosa in una questione politica a proprio vantaggio, accusando infondatamente l’Università Agraria, è di pessimo gusto. Il “prode” alfiere dell’opposizione, cui piace tanto misurare il consenso attraverso i “like” di facebook, faccia un bagno di umiltà e ammetta di aver sbagliato, anche perché sappiamo che ha avuto chiarimenti dai diretti interessati, su come siano andate le cose. Ha collezionato una brutta figura, l’ennesima, smentito dalla realtà dei fatti. L’Università Agraria, soprattutto in questi anni, ha offerto un sostanziale contribuito per la buona riuscita della manifestazione, collaborando in modo fattivo all’interno del Comitato. Per quanto riguarda la partecipazione dei cavalieri, l’Ente, come il Comitato, hanno sempre tenuto a coinvolgere tutti con la massima disponibilità, individuando ogni migliore forma di collaborazione e partecipazione. L’evento, che si è affermato come una splendida tradizione della nostra città, vede da anni Alberto Blasi, in passato come assessore, oggi come presidente, in prima fila nel curare gli aspetti organizzativi. E la buona riuscita delle ultime edizioni conferma lo spirito con il quale la festa deve essere vissuta. Al consigliere Catini diciamo che non basta essere giovani per essere capaci. Rifletta sui contenuti delle sue dichiarazioni e su come dovrebbe proporsi per il bene dell’Università Agraria e per instaurare quel colloquio fattivo e responsabile che tanto sbandiera ma poi, con i fatti, dimostra di non volere.
Amministrazione dell’Università Agraria di Tarquinia”