(f.e.) Impianto di piscicoltura alla Frasca: il Sindaco Alessandro Giulivi non retrocede di un passo anzi rilancia. Deliberata dalla giunta la volontà di proseguire con un ricorso al Presidente della Repubblica avverso il provvedimento unico autorizzatorio adottato dalla Regione Lazio per il progetto di realizzazione di un impianto per allevamento ittico in gabbie galleggianti. L’incarico legale è stato affidato all’Avvocato Federico Dinelli.
Non si ferma dunque la battaglia dell’amministrazione comunale. Come si legge nelle premesse “il Comune di Tarquinia, solo attraverso notizie di stampa, è venuto a conoscenza che i competenti uffici della Regione Lazio stanno concludendo la Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale”. Tradotto il parere del Comune di Tarquinia non è stato richiesto escludendolo di fatto dalla conferenza dei servizi. L’impianto è localizzato nel Comune di Civitavecchia, nella fascia costiera ricompresa tra Punta S. Agostino e Punta della Mattonara, in un’area adiacente e prospiciente il litorale ricadente nella competenza del Comune di Tarquinia e sarà realizzato in un’area attigua al sito di Importanza Comunitaria (SIC) “IT6000005 Fondali tra Punta S. Agostino e Punta Mattonara” e molto vicino, in direzione N-NO al Sito di Importanza Comunitaria “IT6000004 — Fondali tra Marina di Tarquinia e Punta della Quaglia”, entrambi siti che riguardano il Comune di Tarquinia.
“Il Comune, nonostante le inevitabili conseguenze negative che la realizzazione del progetto avrà sulla qualità delle acque del litorale e, più in generale, sull’ambiente marino, non è stato in alcun modo coinvolto nel procedimento -afferma l’amministrazione- Con nota del 03 febbraio trasmessa all’Area Valutazione Impatto ambientale della Regione Lazio è stato richiesto l’annullamento in autotutela delle Determinazioni nonché la riapertura della Conferenza di Servizi, per consentire al Comune di Tarquinia di esprimere il proprio parere nel procedimento. Ad oggi la richiesta è stata disattesa dagli Enti competenti sovraordinati e, in via prioritaria, dalla Regione Lazio”. Da qui dunque la decisione di ricorrere al Presidente della Repubblica. Il progetto prevede la realizzazione di tre moduli di ancoraggi progettati per ospitare un totale di 36 gabbie galleggianti del diametro di 30 metri ciascuna, a cui seguirà la chiusura dell’attuale allevamento a terra. Una concessione che copre 150 ettari di specchio acqueo di cui circa 2,5 ettari saranno occupa dai siti produttivi.